{"id":16388,"date":"2018-08-02T09:00:04","date_gmt":"2018-08-02T07:00:04","guid":{"rendered":"http:\/\/www.giannibarbacetto.it\/?p=16388"},"modified":"2018-08-01T15:30:34","modified_gmt":"2018-08-01T13:30:34","slug":"aprire-gli-archivi-delle-stragi-e-lultimo-dei-depistaggi","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.giannibarbacetto.it\/2018\/08\/02\/aprire-gli-archivi-delle-stragi-e-lultimo-dei-depistaggi\/","title":{"rendered":"\u201cAprire gli archivi delle stragi? \u00c8 l\u2019ultimo dei depistaggi\u201d"},"content":{"rendered":"<p>Promessa: apriremo gli archivi segreti delle stragi, per far emergere la verit\u00e0 sulla stagione nera dell\u2019eversione italiana. Risultato: la verit\u00e0 non sta affatto emergendo, anzi l\u2019operazione archivi aperti si sta trasformando nell\u2019ultimo, definitivo depistaggio. A sostenerlo \u2013 proprio alla vigilia dell\u2019anniversario della strage di Bologna \u2013 \u00e8 un componente della commissione che sta lavorando sugli atti da rendere pubblici, Leonardo Grassi, che conosce bene la materia perch\u00e9 da giudice istruttore indag\u00f2 a lungo sull\u2019eversione nera e sulle stragi di Bologna e dell\u2019Italicus.<\/p>\n<p>La promessa fu fatta solennemente marted\u00ec 22 aprile 2014, quando il presidente del Consiglio Matteo Renzi firm\u00f2 la direttiva che \u201cdispone la declassificazione degli atti relativi alle stragi di piazza Fontana (1969), Gioia Tauro (1970), Peteano (1972), Questura di Milano (1973), Brescia (1974), Italicus (1974), Ustica (1980), stazione di Bologna (1980), rapido 904 (1984)\u201d. Aprire gli armadi, declassificare i documenti, versarli agli Archivi di Stato, finalmente a disposizione degli studiosi e dei cittadini. La \u201cDirettiva Renzi\u201d riguarda tutte le amministrazioni dello Stato: i ministeri, le polizie, i servizi segreti, che devono mettere a disposizione i documenti che riguardano i fatti eversivi avvenuti dagli anni Sessanta alla met\u00e0 degli Ottanta.<\/p>\n<p>Per decidere che cosa tirare fuori dai cassetti si sono messe al lavoro due commissioni. La prima, \u201cdi alto profilo\u201d, \u00e8 formata da uomini degli apparati dello Stato, dei ministeri e dal sovrintendente dell\u2019Archivio centrale dello Stato, Eugenio Lo Sardo. La seconda, consultiva, \u00e8 composta da storici e dai rappresentanti delle associazioni dei familiari delle vittime, che si sono pi\u00f9 volte confrontati con i delegati dei servizi, Giampiero Massolo e Paolo Scotto di Castelbianco. Solo la prima commissione ha il potere di scegliere che cosa rendere pubblico. \u201cA decidere che cosa declassificare\u201d, denuncia Grassi, \u201csono i rappresentanti degli stessi organismi che hanno classificato\u201d. Chiediamo insomma la verit\u00e0 a chi fino a oggi l\u2019ha nascosta. Domandiamo di svelare i segreti dell\u2019eversione a quelli che ieri hanno organizzato i depistaggi e nascosto documenti e prove alla magistratura che indagava.<\/p>\n<p>Il \u201ccomitato di alto profilo\u201d ha svolto il suo lavoro e ha stilato un lungo elenco di carte da versare negli archivi, provenienti dalla questure, dai ministeri, dalle polizie, dai servizi segreti interno ed estero (Aisi e Aise) e dalla struttura che li collega (Dis). Risultati? Mediocri, secondo Grassi. \u201cAnzi, addirittura pericolosi: perch\u00e9 ora quello che \u00e8 stato consegnato diventer\u00e0 la verit\u00e0, mentre quello che \u00e8 stato tenuto nascosto non sar\u00e0 pi\u00f9 cercato\u201d. Si scrive oggi la versione definitiva della storia sotterranea d\u2019Italia. \u201cE a scriverla sono gli stessi apparati che l\u2019hanno prodotta, con le loro complicit\u00e0 con l\u2019eversione, le coperture, i silenzi, gli inquinamenti, le esfiltrazioni, i depistaggi\u201d.<\/p>\n<p>Leonardo Grassi ha scritto una lettera moto critica al presidente e ai componenti del Comitato consultivo, affermando che \u201clo spirito della Direttiva \u00e8 stato sostanzialmente ignorato in fase attuativa\u201d e che \u201cl\u2019intera operazione appare del tutto inadeguata rispetto agli scopi prefissati\u201d. Che cosa contesta all\u2019operazione? \u201cSono stati versati documenti su una miriade di episodi d\u2019eversione e terrorismo, anche minuti. E questo \u00e8 positivo\u201d, spiega al <em>Fatto quotidiano<\/em>. \u201cMa non sono stati desecretati invece i fascicoli sulle strutture di guerra non ortodossa, che sono il cuore segreto della strategia stragista: da Gladio ai Nuclei per la difesa dello Stato, dalla Rosa dei venti all\u2019Anello, dal Mar di Carlo Fumagalli a Pace e libert\u00e0 di Luigi Cavallo. Tutte strutture degli apparati dello Stato o con forti connessioni con apparati dello Stato\u201d.<\/p>\n<p>Niente sui due principali gruppi dell\u2019eversione italiana di quegli anni, \u201cOrdine nuovo di Pino Rauti e Avanguardia nazionale di Stefano Delle Chiaie, entrambi con consolidati rapporti con servizi e apparati\u201d. Sono stati versati i documenti sulle stragi, \u201cma non i fascicoli personali sui personaggi che delle stragi e dell\u2019eversione sono stati i protagonisti, neppure quelli gi\u00e0 condannati per depistaggio o per strage\u201d: dal Gran Maestro della P2 Licio Gelli all\u2019uomo del \u201csupersismi\u201d Francesco Pazienza, dal comandante Junio Valerio Borghese del tentato golpe del 1970 al colonnello Amos Spiazzi della Rosa dei Venti, dal colonnello dei carabinieri Giuseppe Belmonte al generale del Sismi Pietro Musumeci, dall\u2019armiere di piazza Fontana Carlo Digilio al capitano dei carabinieri Antonio La Bruna e ai generali del Sid Vito Miceli e Gianadelio Maletti.<\/p>\n<p>Niente fascicoli di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro, gi\u00e0 condannati per la strage di Bologna, n\u00e9 dei pi\u00f9 volte indagati Delfo Zorzi, Massimiliano Fachini, Stefano Delle Chiaie, Marcello Soffiati. Niente sul Piano Solo (1964) del generale Giovanni de Lorenzo. Niente sul banchiere Michele Sindona, coinvolto nel golpe Borghese e in rapporti con Cosa nostra. Sulla strage di Ustica, Grassi fa notare che neppure un documento \u00e8 stato versato dal ministero dei Trasporti: \u201cPossibile che non abbia neppure una carta sulla notte del 27 giugno 1980 in cui \u00e8 caduto in mare il Dc-9 dell\u2019Itavia?\u201d. Quanto alle stragi del 1992-93 sono state fin dall\u2019inizio escluse.<\/p>\n<p>Ci sono poi alcuni archivi che sono rimasti completamente fuori dalla pesca miracolosa: sono l\u2019inaccessibile archivio del Quirinale e quelli degli Uffici sicurezza del Patto Atlantico. Intanto i servizi segreti italiani hanno organizzato, nel dicembre 2017, un convegno all\u2019Universit\u00e0 di Pavia dal titolo \u201cLa storia possibile\u201d, in seguito al quale sono state finanziate due borse di studio da 20 mila euro ciascuna per lo studio delle carte versate negli archivi. \u201cI servizi\u201d, conclude Grassi, \u201coggi stanno cercando di scrivere la storia che hanno costruito negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta\u201d. Del resto, come diceva George Orwell, \u201cchi controlla il passato controlla il futuro\u201d.<\/p>\n<p> <\/p>\n<p><strong>Leggi anche: <\/strong><br \/>\n<a href=\"http:\/\/www.giannibarbacetto.it\/2017\/06\/21\/lultima-sentenza-sulle-stragi-nere-ora-sappiamo\/\" target=\"_blank\" rel=\"noopener noreferrer\"><strong>L\u2019ultima sentenza sulle stragi nere: ora sappiamo<\/strong><\/a><\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"<p>Promessa: apriremo gli archivi segreti delle stragi, per far emergere la verit\u00e0 sulla stagione nera dell\u2019eversione italiana. Risultato: la verit\u00e0 non sta affatto emergendo, anzi l\u2019operazione archivi aperti si sta trasformando nell\u2019ultimo, definitivo depistaggio. 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