O gridi viva (tutte) le ong, o sei razzista? Io non ci sto
Dicevo tra me: c’è qualcosa che non mi convince in questo scombiccherato dibattito su ong e scafisti. Ora ho capito che cosa: non riesco ad accettare di schierarmi o tra chi inneggia alle ong comunque buone a prescindere, o tra i razzisti che polemizzano su chi salva migranti in mare. Non credo che ci s’imponga un’alternativa secca: o con le ong o con i razzisti. Per di più con una conseguenza obbligata: la condanna del procuratore di Catania che ha sollevato il problema, dunque ha alimentato il razzismo. No, non ci sto. C’è un difetto di razionalità a sovrapporre problemi, a mischiare questioni e a ridurre il tutto a una partita tra buoni e cattivi, tra tifosi delle ong e razzisti. Proviamo allora a distinguere e ragionare.
1. Non credo che il procuratore di Catania abbia sbagliato a porre il problema dei rapporti tra ong e scafisti. Non aveva prove: è vero, altrimenti avrebbe aperto un’inchiesta. Ma i magistrati hanno il diritto, anzi il dovere di proporre al dibattito pubblico problemi che hanno incontrato nel loro lavoro. I geologi possono sollevare problemi sui rischi sismici. Gli insegnanti possono sollevare problemi sulla scuola. I magistrati possono sollecitare – e lo hanno fatto spesso – dibattiti, per esempio, sulla politica della giustizia, sull’evasione fiscale, sulla sicurezza sul lavoro, sulla legislazione antimafia eccetera. Non credo che i magistrati debbano “parlare solo con le inchieste e le sentenze”. È utile invece che, da specialisti nel campo giuridico, offrano, più in generale, la loro competenza non su singoli casi, ma su fenomeni oggetto del loro lavoro. Il procuratore di Catania ha posto un problema di legalità: i rapporti tra scafisti e (alcune) ong. Non se l’è inventato: ora sappiamo che lo stesso problema è stato posto, con intercettazioni e foto, da un dossier dell’intelligence di Frontex. Dunque non è utilizzabile giudiziariamente. Ma è sacrosanto che un magistrato scrupoloso lo proponga almeno alla pubblica discussione.
2. Non sono d’accordo che sollevare il problema significhi di per sé fomentare il razzismo, come sostengono commentatori anche autorevoli, o infangare il buon nome delle ong. Significa semplicemente pretendere una chiarezza che fa bene anche alle organizzazioni non governative. Non credo che sia razzismo e odio nei confronti delle ong affermare che si vuole chiarezza sui rapporti tra ong e scafisti. Certo: è razzismo sostenere che tutte le ong siano coinvolte in affari illegali con gli scafisti. Anzi: è stupido. È certamente razzismo affermare che le ong hanno un ruolo negativo perché aiutano l’“invasione” dell’Europa. Ma credo sia invece normale pretendere chiarezza sulle attività delle ong. Aiuta anche le ong stesse, che dovrebbero essere le prime a pretendere di individuare eventuali comportamenti scorretti per difendere il proprio meritorio lavoro.
Io sono personalmente favorevole a creare canali protetti e gratuiti che portino i profughi al sicuro, togliendo il lavoro agli scafisti. Ma ritengo sia invece criminogeno sottovalutare e tollerare eventuali rapporti incestuosi tra scafisti e ong. E comunque: possiamo discuterne pacatamente, senza scatenare opposte tifoserie?