Tav, treno ad alta voracità. Aumentano costi e tempi di realizzazione (ma per il metrò di Torino niente soldi)

Costi più alti e tempi più lunghi per il Tav, la linea ferroviaria Torino-Lione. Lo ha ammesso giovedì il viceministro alle Infrastrutture e trasporti, Edoardo Rixi, davanti alla Commissione trasporti della Camera. Era stato convocato per riferire sullo stato del sistema ferroviario in Italia, ma sollecitato dall’opposizione ha affrontato anche il tema Tav, la controversa grande opera progettata vent’anni fa, la cui realizzazione continua però ad allontanarsi nel tempo.
Rixi ha comunicato che già nella seduta del luglio 2024 il consiglio di amministrazione di Telt (la società mista italo-francese che deve realizzare l’opera) “ha preso atto della nuova programmazione dei lavori, aggiornando il cronoprogramma dell’opera che prevede la messa in servizio commerciale della linea il 31 dicembre 2033, e ha aggiornato il costo a vita intera della sezione transfrontaliera all’importo di 11,1 miliardi di euro a valuta del 2012, pari a 14,7 miliardi di euro a valuta corrente”.
Insomma la data della fine dei lavori, che era inizialmente prevista per il 2029, è stata spostata in avanti, a fine 2033. E i costi, che dovevano essere 8,6 miliardi, sono lievitati a 11,1 miliardi, che però calcolati a valori attuali fanno 14,7. La differenza, 6,1 miliardi, dovrà essere pagata metà dall’Italia e metà dalla Francia.
Finora sono stati spesi un paio di miliardi, per lo più in opere preparatorie. Italia e Francia dovranno mettercene almeno altri 12. Lo faranno? L’Italia s’impegnerà a pagare la sua quota, ha garantito Rixi, e ha già accantonato 5,6 miliardi. Per quanto riguarda la quota di Parigi, non esiste alcuna garanzia finanziaria sugli investimenti futuri, ma soltanto su quelli programmati nell’anno in corso, perché nel bilancio dello Stato francese non esistono impegni di spesa pluriennali. L’Ue aveva promesso il 50%, ma i finanziamenti sono finora arrivati con grande lentezza.
Ai costi della tratta transfrontaliera, cioè del super-tunnel sotto le Alpi, bisogna aggiungere i costi delle due tratte nazionali, in Italia e in Francia. I francesi hanno già detto che la nuova linea Saint Jean de Maurienne-Dijon, saltando Lione, non è una priorità. Stanno potenziando la linea esistente, rimandando a un futuro lontano l’eventuale realizzazione della nuova linea. In Italia sta succedendo qualcosa di simile. Da Bussoleno, dove sbucheranno i treni dal super-tunnel, fino ad Avigliana resterà in funzione la linea esistente, migliorata da qualche manutenzione.
Rixi ha comunicato in audizione che c’è un impegno per costruire una nuova tratta da Avigliana a Orbassano: Rfi, società di Fs, ha terminato il progetto definitivo, che prevede un costo di 2,9 miliardi. Ma finora sul piatto ci sono soltanto 827 milioni. E comunque la nuova linea dovrà passare con un tunnel sotto una collina morenica, fatto che sta cominciando ad alimentare le proteste di amministratori locali e cittadini. Infine, sbucato a Orbassano, il treno dovrà comunque immettersi nel passante ferroviario di Torino, un imbuto che renderà lenta l’Alta Velocità che arriva dal super-tunnel.
Senza le nuove linee d’accesso in Francia (Saint Jean de Maurienne-Dijon) e in Italia (Bussoleno-Avigliana), ormai il progetto si è ridotto al solo super-tunnel Bussoleno-Saint Jean de Maurienne. Più che un progetto infrastrutturale, il Tav è ormai solo una bandiera politica e un bancomat per i costruttori.
I parlamentari dell’opposizione in audizione hanno posto al viceministro Rixi un altro problema: gli investimenti per il Tav Torino-Lione, così incerti e per un’opera di dubbia utilità (visto il calo del traffico merci tra Italia e Francia), non rischiano di sottrarre risorse a un’opera invece necessaria come la linea 2 della metropolitana di Torino, che ridurrebbe il traffico privato e l’inquinamento in città? Per completare la M1 sono gia impegnati 25 milioni. Ma per una nuova linea che renda il trasporto pubblico efficiente a Torino servirebbe almeno un altro miliardo.
Su questo Rixi non si pronuncia. Garantisce che i finanziamenti delle metropolitane sono altra cosa dai finanziamenti per il Tav e hanno canali diversi. Ma poi si sbilancia dicendo che se i Comuni non aumentano il prezzo del biglietto le metropolitane restano anti-economiche. In definitiva, i soldi per (l’incerto) Tav Torino-Lione sono almeno promessi; quelli per la (certamente utile) metropolitana di Torino, chissà. “È il momento di ammettere che il progetto Tav, vecchio di vent’anni, non è realizzabile e non sarà realizzato nei prossimi venti”, dichiarano Marco Grimaldi e Alice Ravinale, di Avs.
“Esorbitanti i costi, sempre più chiaro il disimpegno francese, ma soprattutto lavori inconciliabili con la lotta alla crisi climatica e ambientale. Il governo ha stanziato in Finanziaria un altro miliardo per il Tav, ma ha lasciato a secco i Comuni di Torino e della cintura che con la medesima cifra potrebbero completare la linea 1 della metropolitana e avviare i lavori della linea 2: è chiaro che la priorità non sia fare gli interessi dei cittadini, ma continuare a difendere oltre ogni razionalità e fuori tempo massimo un’opera inutile”.