Le cooperative milanesi: basta serrata, il Comune ci lasci costruire

Le cooperative milanesi squarciano il velo dell’ipocrisia e mandano un segnale al sindaco Giuseppe Sala: basta bloccare i cantieri in città, addossando la responsabilità alla Procura che ha aperto una ventina di indagini per abusi edilizi.
Ieri è sceso in campo Alessandro Maggioni, attivissimo presidente di Ccl, il Consorzio cooperative lavoratori che riunisce le coop “bianche” vicine alle Acli: “Basta attese per i cantieri. I nostri soci pretendono la propria casa”. Maggioni ha riunito in assemblea quattro delle cooperative del suo consorzio, che stanno realizzando circa 400 alloggi a Milano, nei quartieri Certosa, Taggia, Lambrate e Niguarda.
Tutte abitazioni di edilizia convenzionata ordinaria e residenziale sociale, in vendita e in affitto. Bloccate da una vera e propria “serrata” del Comune, che dal novembre 2024 ha blindato gli uffici urbanistici dopo le accuse arrivate dalla Procura di abusi edilizi e di rapporti incongrui tra dipendenti comunali e progettisti considerati “facilitatori” di affari immobiliari.
“I nostri soci sono persone in carne e ossa che vorrebbero una casa a Milano a costi abbordabili”, dice Maggioni. “Per questo li abbiamo convocati. Siamo fiduciosi che arrivino le risposte dal Comune. Ma se ciò non dovesse accadere, ci mobiliteremo”. Non ha senso, sostiene, bloccare operazioni edilizie come quelle cooperative di Ccl, che non sono sotto indagine.
“Abbiamo rifatto, a nostre spese, alcuni progetti edilizi per adeguarci alle nuove disposizioni del Comune, arrivate dopo l’apertura delle indagini della Procura”, spiega Marco Galbiati, presidente di Habitat Taggia, un intervento che prevede di realizzare 140 alloggi nel Parco delle Cave.
“Il nostro progetto in via Ornato non ha avuto particolari disagi”, aggiunge Lorenzo Carenzi, presidente della Cooperativa Cascina Gatti, “ma ci è parso doveroso sostenere l’iniziativa delle altre realtà del Ccl. Abbiamo rivisto alcuni aspetti progettuali, quali l’altezza degli edifici, e siamo pronti a partire”.
Altro che Salva-Milano, altro che “blocco della città provocato dalle inchieste”: le coop chiedono che sindaco e assessore all’urbanistica pongano fine alla “serrata” degli uffici comunali.