AFFARI

Mediobanca, Nagel resiste (per ora) all’assalto di Milleri e Caltagirone

Mediobanca, Nagel resiste (per ora) all’assalto di Milleri e Caltagirone

Che ci fosse una sfida nell’aria, all’assemblea dei soci di Mediobanca, è stato dimostrato anche dall’affluenza record (il 76,8% del capitale, il massimo di presenze degli ultimi 10 anni), con gli azionisti mobilitati per sostenere una delle due liste che si sono sfidate. A vincere è stata quella del consiglio d’amministrazione uscente (con il 52,6% del capitale presente, pari al 40,4% del capitale totale).

Respinto dunque, almeno per ora, l’assalto di Delfin, la cassaforte della famiglia Del Vecchio, in alleanza con Francesco Gaetano Caltagirone (la loro lista ha raggiunto il 41,7%, il 32% del capitale totale). La terza lista, presentata da Assogestioni, ha ottenuto il 4,6% dei presenti (3,5% del totale).

Confermata così la guida del presidente Renato Pagliaro e dell’amministratore delegato Alberto Nagel, che si è presentato in assemblea ricapitolando i buoni risultati ottenuti (3,3 miliardi di ricavi nel 2023, con un utile netto di oltre 1 miliardo) e presentando un piano espansivo che prevede nel 2023-2026 di raggiungere 3,8 miliardi di ricavi e di distribuire ai soci di 3,7 miliardi fra dividendi e buyback.

Lo hanno sostenuto, come previsto, gli investitori istituzionali che detengono il 45% del capitale di Mediobanca, ma anche il gruppo Benetton (2,2% del capitale) e Mediolanum (3,4%). Delfin, guidata da Francesco Milleri, e Caltagirone, che insieme detengono poco meno del 30% del capitale, sapevano che questa volta non avevano grandi chance di vittoria, tanto che avevano presentato una lista corta di soli cinque candidati. Ma hanno comunque voluto la conta ed entreranno in cda con due consiglieri che si confronteranno con i 12 indicati dal vertice uscente e uno da Assogestioni.

Mostra soddisfazione Nagel, arrivato al suo quarto mandato: “Ci aspettavamo un supporto forte, ma questo è andato al di là delle nostre migliori previsioni: vuol dire che c’è stato un apprezzamento generale sia per la nostra proposta di governance sia per quella industriale”. Ha dovuto comunque prendere atto che finisce l’era della sua guida incontestata della banca d’affari: “Continueremo sulla nostra strada, essendo sempre aperti al dialogo e alle proposte che vengono da tutti gli azionisti e, in particolare, dagli azionisti più importanti”.

Da Delfin sottolineano di aver aperto un varco: “Il cda potrà contare sul pieno sostegno di risorse di alto profilo, per la prima volta indipendenti, e in grado di offrire il proprio contributo al rinnovamento della banca”. Lo scontro dunque è solo rinviato.

Mediobanca detiene una storica partecipazione del 13% nel capitale di Generali. È la compagnia assicurativa di Trieste il vero obiettivo di Delfin e Caltagirone, che hanno già provato a dare battaglia all’ultima assemblea triestina, respinti dalla maggioranza. Ma il braccio di ferro continua.

Il Fatto quotidiano, 29 ottobre 2023
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