MILANO

Parola d’ordine: attrattività. Ecco la città “glam” e feroce del rentier-massa

Parola d’ordine: attrattività. Ecco la città “glam” e feroce del rentier-massa

La londrizzazione di Milano è una crudele macchina economico-finanziaria che aumenta le disuguaglianze, premia la rendita contro il lavoro, marginalizza ed espelle poveri e ceto medio. Viene servita però con forti dosi di glamour, come un ape sul set di boschi verticali, ponti-serra e foreste sospese, abbellita dall’ideologia vincente del Modello Milano, santificata dall’“attrattività” da metropoli europea, colorata dall’“urbanistica tattica”, narrata dal “marketing territoriale” che rende cool ogni marginalizzazione.

La città gaddiana della Meccanica è diventata campo aperto della rendita immobiliare, palestra degli sviluppatori, laboratorio dei fondi sovrani. I grandi interventi urbanistici calano sulla città rendendola più bella, “attrattiva”: il valore cresce. I pochi “margini” che restano fuori dai giochi, in centro o nelle periferie, sono isole residuali, vuoti urbani, sprechi da “valorizzare” al prossimo giro.

A raccontare la gloriosa trasformazione sono quelli che ne godono, dunque invisibili restano le espulsioni, gli sfratti quotidiani, i mutui non onorati, le case messe all’asta, la miseria, ma anche le dignitose difficoltà di un ceto urbano che s’impoverisce (e s’incattivisce). Una volta c’era l’operaio-massa, con i suoi quartieri, i suoi mercati, in una città a macchie di leopardo. Oggi c’è il rentier-massa, che vive d’affitti più che di lavoro, che tifa per la londrizzazione anche se ha solo un bilocale bruttino a Città studi. Sogna Airbnb, non vuole regole, compete (a fatica!) con i padri di tutta Italia che comprano a Milano un appartamento ai figli, “per investimento”.

La Milano da bere era almeno regolata dalle tangenti. Oggi la variante allo sviluppatore è gratis, dovuta, Zeitgeist. La pubblica amministrazione ha smesso di regolare, programmare, disegnare la città. Il sindaco celebra ieratico e un po’ assente gli affari immobiliari, nella città con gli oneri d’urbanizzazione più bassi d’Europa. Non ha più cittadini, del resto, ma investitori, o nomadi internazionali oggi qui, domani a Shangai. Non case popolari, sempre più difficili da gestire, ristrutturare, assegnare (costruire? eresia!), ma social housing come spruzzata di ginger nel colorato cocktail metropolitano.

La Milano da bere era almeno regolata dalle tangenti. Oggi la variante concessa allo sviluppatore è gratis, dovuta, Zeitgeist, spirito del tempo

Il Fatto quotidiano, 6 marzo 2023
To Top