Dimenticati i voti di ’ndrangheta, la Valle d’Aosta elegge il suo presidente
Renzo Testolin (Union Valdôtaine) è il nuovo presidente della Regione Valle d’Aosta. Votato ieri, 2 marzo 2023, da Union Valdôtaine, Pd e altri piccoli partiti regionali. Sono usciti invece dall’aula i gruppi d’opposizione, tra cui Lega e Forza Italia. Testolin era tra i politici valdostani indagati nella inchiesta antimafia Egomnia, con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso.
Nel settembre scorso il procedimento era stato archiviato, ma con motivazioni pesanti: è provato che alle elezioni 2015 e 2018 gli esponenti della “locale” di Aosta della ’ndrangheta abbiano offerto sostegno a lui e ad altri politici valdostani. Non è stato provato però che i politici abbiano dato qualcosa in cambio.
Contro la candidatura di Testolin si erano espresse Libera e Cgil, ricordando che l’archiviazione “non nega che il patto tra la ‘locale’ valdostana di ’ndrangheta e la politica ci sia stato, anzi lo certifica”. I magistrati antimafia scrivono che erano stati individuati “elementi obiettivamente sintomatici e significativi dell’interesse e dell’intervento dei componenti della ‘locale’ di Aosta, imputati e condannati in primo e secondo grado” per il reato di associazione mafiosa.
Ma non erano state individuate “le utilità” date dai politici in cambio dei voti, anche perché i boss erano stati subito arrestati nel gennaio 2019. “È ovvio”, scrivevano i magistrati, “che tali utilità possono essere precisamente individuate solo in epoca successiva alle elezioni e all’assunzione della carica, ovvero solo quando il beneficiario si attiverà per garantire l’utilità promessa”.
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