POLITICA

Licia che smista e Queen Elizabeth che vola: Silvio le vuole ministre

Licia che smista e Queen Elizabeth che vola: Silvio le vuole ministre

Licia Ronzulli e Maria Elisabetta Alberti Casellati: B. premia chi gli è fedele, dunque ora le vuole al governo. Come sempre, come in tutti i governi, vuole presidiare due posizioni: la giustizia e gli affari tv

Silvio Berlusconi perde voti, perde dirigenti di Forza Italia, perde lucidità, ma due cose non perde né dimentica. La prima è la generosità: premia chi gli è fedele. Non solo le signore che sfilano come testimoni o imputate nei suoi processi. No, ci riferiamo alla politica: sta per premiare con due belle poltrone ministeriali le signore Licia Ronzulli da Milano e Maria Elisabetta Alberti Casellati da Rovigo. Due collaboratrici fedeli ed efficienti, che il premio lo meritano davvero.

Della prima, l’immagine che resta scolpita nella memoria di Silvio, appena un poco appannata dal tempo, è quella di una giovane in tailleur scuro che, all’ingresso di villa Certosa, smista la frotta di ragazze che arrivano in Sardegna dal continente trascinando piccoli trolley coloratissimi. È il 2009, Licia Ronzulli ha in mano una lunga lista di nomi. Accoglie le ospiti e assegna a ciascuna il suo posto nei bungalow della villa. Instancabile, grande organizzatrice, non perde un colpo. Biglietti aerei, transfer da e per l’aeroporto e, a Milano, prenotazione di ristoranti e biglietti per lo stadio, assegnazione dei posti degli ospiti alle cene placée.

Prima di una festa del Milan (ancora berlusconiano), chiama al telefono l’imprenditore Gianpaolo Tarantini e, orgogliosa, gli dice: “Ti ho preparato un tavolo per dieci persone, proprio vicino a quello del presidente Berlusconi”. Gianpi ringrazia. È il 5 gennaio 2009 quando poi Tarantini chiama Silvio per organizzare un viaggio a villa Certosa: “Siamo io, Linda, Belen, la sorella, l’amica di Belen, Chiara quella ragazza di Modena e una mia amica di Milano… Mi metto d’accordo con Marinella?”. Cioè con l’eterna assistente di Berlusconi. No, risponde Berlusconi: “Devi accordarti con la dottoressa Ronzulli. Sì, Licia, è qui a farmi da segretaria”. Sei mesi dopo, “la segretaria” è premiata con una candidatura al Parlamento europeo.

Aveva cominciato a lavorare come infermiera. Carriera rapida, diventa responsabile del coordinamento delle infermiere e degli assistenti all’ospedale Galeazzi di Milano. Passata a coordinare, con la stessa inflessibile efficienza manageriale, le ragazze di Silvio, si è poi dedicata completamente alla politica. Suscitando silenziose invidie nelle schiere berlusconiane.

Solo una volta il silenzio è diventato clamorosa protesta pubblica: nel maggio 2014 una collega eurodeputata di Forza Italia, Susy De Martini, medico, candidata nella stessa circoscrizione Nord-Ovest, non gradisce di essere scavalcata dalla rivale: “È una candidata diversamente meritevole”, dichiara, “messa in lista soltanto perché, come Nicole Minetti, organizzava feste a villa Certosa”. Segue querela e uscita di De Martini dal partito di Silvio.

Licia prosegue imperterrita la sua ascesa. Nell’estate 2016, Berlusconi viene sottoposto a un complesso intervento chirurgico al cuore. Quando torna ad Arcore, trova la scena cambiata. C’è Licia Ronzulli a sostituire Mariarosaria Rossi (la parlamentare di Forza Italia fino allora soprannominata “la badante di Silvio”). Da quel momento Licia diventa la sua ombra. Una delle poche persone che hanno contatto diretto con il capo. Rossi era stata la tutor di Francesca Pascale, Ronzulli è il link con Marta Fascina.

Ora è pronta per il governo. Al ministero della Salute, visto il curriculum e l’esperienza da infermiera? Luigi Bisignani, nella sua fanta-lista dei ministri, scrive il suo nome addirittura nella casella del Viminale, con un commento velenoso: “Mancava solo un’infermiera per la sicurezza”. Ma il ministero che Silvio vuole per lei è un altro: quello dello Sviluppo economico, che ha competenze anche sul settore televisivo e dove è bene ci sia un ministro sveglio e fedele.

Alla Giustizia, invece, vorrebbe Maria Elisabetta Casellati. Avvocato matrimonialista a Padova, senatrice di Forza Italia dal 1994, infine presidente del Senato, ha fatto a lungo tandem con Niccolò Ghedini, per portare in Parlamento le leggi che servivano a risolvere i problemi sollevati dai processi a Berlusconi in giro per l’Italia. Ha partecipato alla marcia su Milano dell’11 marzo 2013, quando i parlamentari berlusconiani hanno invaso il palazzo di Giustizia per protestare contro i giudici che stavano processando il loro capo, mettendo in scena una rivolta – da brividi costituzionali – del potere legislativo contro il potere giudiziario. Questo non le ha impedito di diventare, nel 2018, presidente del Senato, seconda carica dello Stato.

Da sottosegretario alla Salute, nel 2005, aveva messo la figlia Ludovica a capo della sua segreteria al ministero. Tutto in famiglia. Le è poi stato rimproverato di usare con troppa facilità l’aereo blu di Stato, 124 voli dal maggio 2020 all’aprile 2021, da Roma per tornare a casa vicino a Padova, ma anche per andare e venire sei volte dalla Sardegna in agosto.

Polemiche dimenticate, per Queen Elizabeth. Ora aspetta che Giorgia Meloni (chissà) dica sì. Dunque, ecco qua la seconda cosa che Berlusconi non perde né dimentica, malgrado gli anni passino: dei governi, gira che ti rigira amore bello, gli interessano due posizioni, la giustizia e gli affari tv.

Il Fatto quotidiano, 11 ottobre 2022 (versione estesa)
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