La rivolta verde contro il sindaco Sala e la distratta assessora di Babilonia
Che miracoli può fare una poltrona (verde)! Elena Grandi, esponente dei Verdi, nel 2019 definiva la Green Week del Comune di Milano “un’operazione di marketing e di greenwashing”. Oggi, passati due anni di pandemia, la Green Week di Giuseppe Sala è tornata e a pubblicizzarla entusiasta, con la sua faccia e il suo vestitino verde replicati su manifesti un po’ imbarazzanti in tutta la città, indovinate chi c’è? Una certa Elena Grandi. Sì, pare sia proprio la stessa persona che nel 2019 definiva greenwashing la Green Week, solo che nel frattempo ha avuto in regalo da Sala la poltrona di assessore all’Ambiente del Comune di Milano.
È la stessa persona che ha applaudito alla demenziale operazione di mettere in brick “l’acqua del sindaco” spendendo 1 milione di euro per la macchina per imbottigliarla (acqua oltretutto mai vista in circolazione). È la stessa che approva in giunta senza batter ciglio ogni cementificazione, ogni consumo di suolo, ogni operazione edilizia voluta da Sala zar. È la stessa che non si è accorta che il suo sindaco (genio!), in estate, per risparmiare acqua ha chiuso le fontane cittadine, che non consumano acqua perché usano sempre la stessa in circolo, e ha lasciato morire centinaia di piante sospendendo l’irrigazione del verde (mentre per tenere bassa la falda e non allagare il metrò, a Milano si pompano e si gettano ogni anno fiumi d’acqua).
È la stessa che ha approvato la “dichiarazione di interesse pubblico” per l’operazione San Siro, che innalzerà l’inquinamento atmosferico a Milano azzerando d’un colpo 25 anni di riduzione d’emissioni in città, aumenterà il cemento per uffici e centri commerciali con la scusa dello stadio e – dulcis in fundo – diminuirà il verde nell’area: oggi è di 51.832 metri quadri, il progetto di Milan e Inter ne prevede 51.499, dunque meno. Ma Elena Greenwashing ha creduto ai club, che ne sbandierano molti di più, praticamente il doppio. Senza però dire che ben 48.902 metri quadri non saranno “verde profondo”, ma “verde su soletta”: un praticello sul tetto del centro commerciale (che è un mostro di 88 mila metri quadri che dovrebbe sorgere dove oggi c’è lo stadio Meazza che vogliono abbattere). Di questa differenza tra verde vero e verde sul tetto non si è accorta “la distratta assessora di Babilonia” (copyright Luigi Corbani).
Ma se ne devono essere accorti i Verdi e i cittadini. È infatti iniziata la rivolta degli ambientalisti e delle associazioni contro Sala e la sua giunta. Carlo Monguzzi e gli altri consiglieri comunali verdi sono in pieno disaccordo con il sindaco e la sua assessora. Una rete di oltre cento associazioni ambientaliste, da LegaAmbiente a Europa Verde Milano, ha sottoscritto una lettera aperta al sindaco e alla giunta in cui chiedono una svolta radicale nella gestione della città, soffocata dal traffico e da una qualità dell’aria inaccettabile per la salute.
Tutti i comitati cittadini hanno criticato la politica ambientale della giunta Sala e hanno organizzato una “Grey Week” contro la Green Week di Sala-Grandi, “per smascherare il greenwashing del Comune di Milano: da piazza D’Armi alla Goccia, dal Bassini a San Siro, dal Monte Stella al Ticinello, da via Falck a via dei Missaglia, dal Parco Nord alla Paullese, sono tantissime le attività di consumo di suolo, abbattimento di alberi, scempi edilizi portate avanti dalle amministrazioni in questi anni”, scrivono i comitati.
Critici con Sala – e contrari all’abbattimento del Meazza per lasciar fare ai fondi stranieri attuali proprietari di Milan e Inter una speculazione edilizia da 1,3 miliardi di euro – sono anche alcuni consiglieri del Pd e perfino uno eletto nella lista Sala. Il vento sta cambiando, a Milano?