La Pantera Rosa, dalla guerra dei Balcani ai colpi nelle gioiellerie d’Europa
Gli sceneggiatori di serie tv stiano pronti: sta per arrivare materiale di prima mano per scrivere la storia degli audaci colpi della Pantera Rosa. Trama internazionale. Protagonisti: ex militari della fu Jugoslavia. Ingredienti: soldi, armi e gioielli. Ieri a Milano sono stati arrestati dalla polizia, su ordine della Procura, tre uomini: Milorad Zugic, 53 anni, Aleksander Lazarevic, 57, e Mirza Ljumic, 41.
Montenegrini, fanno parte di un gruppo internazionale chiamato “Pink Panthers” (Pantere Rosa), nato nel 2003 da ex soldati dell’esercito serbo a cui si sono via via affiliati centinaia di militari ed ex militari serbi, montenegrini, croati e di altre nazioni dell’ex Jugoslavia, reduci di guerra e civili rimasti senza lavoro dopo i terribili conflitti scoppiati a partire dal 1994 nei Balcani. Specializzazione: rapine nelle migliori gioiellerie d’Europa, a Londra, Zurigo, Milano, Roma, Genova. Come nei film della Pantera Rosa con protagonista quell’irresistibile pasticcione dell’ispettore Clouseau.
Nella realtà, però, c’è poco da ridere: le rapine sono vere e uno dei tre arrestati ha anche sul groppone un mandato di cattura internazionale per un omicidio avvenuto in Montenegro nel 2016. I banditi “Pink Panthers” sono accusati di aver organizzato rapine messe a segno tra il 2012 e il 2022 alle gioiellerie milanesi Schereiber di via Borgospesso, Crivelli di via della Spiga, La bottega del tempo di via Cesare Battisti, oltre che alla Roberto Coin di Roma e a una di Genova.
Nella loro base di Milano, in corso Garibaldi, le tre “Pantere Rosa” avevano un piccolo arsenale e i ferri del mestiere, repliche di pistole semiautomatiche, proiettili a salve, mazze con la punta d’acciaio per le “spaccate” delle vetrine, un misuratore elettronico tascabile dello spessore del vetro blindato e abiti griffati da indossare per realizzare le rapine.