Che cosa ha fatto a Milano il boss (arrestato) di M4?
Che cosa ha fatto a Milano Michele Longo, presidente del Cociv (il “Consorzio collegamenti integrati veloci”) nonché plenipotenziario del colosso delle costruzioni Salini Impregilo? La domanda s’impone dopo che Longo è arrestato (a ottobre, dalla Procura di Roma, nell’operazione “Amalgama”) per le corruzioni delle Grandi Opere all’italiana (Terzo valico, metrò di Pisa, Salerno-Reggio Calabria). Longo infatti non era impegnato soltanto nelle tre opere oggetto dell’inchiesta romana, ma era di casa anche a Milano (come ha ricordato il Fatto quotidiano subito dopo l’arresto): era l’uomo forte della M4, la discussa linea blu della metropolitana milanese, che proprio in questi mesi ha disseminato i suoi cantieri per la città.
Ha posto la domanda anche Basilio Rizzo, ex presidente del Consiglio comunale di Milano ed ex candidato sindaco per la sinistra, che ha rivolto un’interrogazione all’amministrazione su “Indagine Amalgama ed eventuali rapporti con M4”. Ora è arrivata la risposta dell’assessore alla Mobilità. “Le confermo”, scrive Marco Granelli, “che l’ingegner Michele Longo ha avuto relazioni con il Comune di Milano nell’ambito della realizzazione della M4”. Al momento dell’arresto – precisa l’assessore – era presidente del Consiglio dei rappresentanti di Cmm4, cioè il consorzio che riunisce le imprese che stanno costruendo la M4; componente del consiglio d’amministrazione di Metro Blu, ossia il consorzio che realizza le opere civili; e amministratore delegato della Sgf Inc spa, l’azienda che ha il subappalto di Metro Blu per i lavori di fondazione e consolidamento speciali nei cantieri M4.
Il direttore della Mobilità del Comune di Milano ricostruisce in un documento i rapporti tra Longo e l’amministrazione. La vicenda inizia ufficialmente il 22 dicembre 2014, quando la Direzione mobilità firma la Convenzione di concessione. Ma già prima si era svolto un lungo lavorio per “la negoziazione e la sottoscrizione del contratto accessorio e dell’addendum a quest’ultimo, aventi a oggetto le attività preliminari e propedeutiche alla realizzazione dell’opera”. Insomma, prima della firma c’è stata una lunga “negoziazione”. Da dove è piovuto Longo? Rappresentava Salini Impregilo, “uno dei soci privati, essendo stato a suo tempo il mandatario del raggruppamento d’imprese che poi si è visto aggiudicare la gara”.
In seguito, con gli altri soci costruttori, ha costituito il consorzio Cmm4, che “ha stipulato apposito contratto di costruzione” non con il Comune – puntualizza il dirigente – ma con la società Spv Linea4 spa. Ciò premesso, sono comunque “fisiologici gli incontri tra le parti (Comune concedente, società mista, soci privati) che abbiano a oggetto l’esercizio dei diritti di derivazione contrattuale e per la condivisione delle linee strategiche di intervento che impattano sulla cittadinanza (come le varianti al progetto richieste dall’amministrazione comunale)”. Gli incontri con Longo, dunque, sono stati “inevitabili e del tutto fisiologici”. Il dirigente mette la mani avanti: “Le attività di autorizzazione dei subcontratti e dei subappalti non sono di competenza” del Comune, “bensì della concessionaria”.
E per finire: “Non avendo a oggi notizia circa il coinvolgimento nelle indagini delle attività relative al Comune di Milano”, scrive l’assessore Granelli, “non si ritiene per ora necessaria la ricostruzione di vicende che a oggi non risultano essere nel perimetro delle indagini”. Il Comune aspetta dunque che siano eventualmente i magistrati a muoversi. Perde così un’occasione per fare una sua autonoma inchiesta su quanto è successo a Milano attorno a M4, per eliminare i dubbi dei malpensanti. Peccato.