Piazza Fontana. Il Senato rilancia la pista anarchica, Sala attacca lo sciopero
Citare ancora gli anarchici come possibili esecutori della strage di piazza Fontana, 52 anni dopo. E dopo che le sentenze definitive hanno sancito che a mettere le bombe del 12 dicembre 1969 furono certamente i fascisti di Ordine nuovo. Eppure è successo: e addirittura nel sito del Senato. “Sostenere che ‘per Piazza Fontana, gli anarchici vennero completamente assolti dall’accusa di strage’, significa (…) affermare un falso storico”.
Così dice la relazione firmata da due ex senatori del Movimento sociale italiano, Alfredo Mantica e Vincenzo Fragalà, linkata ieri sul profilo Twitter ufficiale del Senato in occasione del 52° anniversario della strage. “Storia di depistaggi: così si è nascosta la verità”, hanno scritto dal Senato nel tweet collegato proprio a quella relazione che sì depista e travisa, tornando sulla pista anarchica, mentre le indagini hanno evidenziato, come ricordato anche ieri dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che quell’attentato, 17 morti, fu neofascista.
Il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, ha attaccato duramente la presidente del Senato Elisabetta Casellati: “Un oltraggio alle vittime, ai loro familiari, alla città di Milano”. La presidente Casellati si è ben nascosta dietro l’ufficio stampa di Palazzo Madama che in una nota nel tardo pomeriggio, dopo aver rimosso il tweet, si è assunto la colpa: “È per un mero errore di collegamento al link delle relazioni depositate in sede di Commissione stragi che un tweet dell’ufficio stampa del Senato, e non della presidente, dava accesso anche alle relazioni di minoranza presentate a titolo individuale da alcuni componenti dell’epoca. Nessun intento di avvalorare tali opinioni così come quelle di altri”. La nota finisce per essere una pezza peggiore del buco, perché concede dignità di “opinioni” a quelli che sono invece clamorosi errori e veri depistaggi.
Anche il giornalista Primo Di Nicola, senatore del Movimento cinque stelle, ha criticato l’accaduto: “Utilizzare i siti social del Senato per rilanciare le tesi neofasciste intorno alle responsabilità degli anarchici sulla strage del 12 dicembre del 1969 è semplicemente un’operazione vergognosa di mistificazione storica. Un colpo alla memoria delle vittime e alla sofferenza dei familiari. Le responsabilità dei movimenti clandestini neofascisti dell’epoca e le collusioni degli apparati deviati dello Stato sono ormai un fatto acquisito. Mi auguro che la presidente del Senato Casellati faccia sentire presto la sua voce per tutelare l’immagine e il prestigio del Senato”.
Ma la voce, appunto, non è pervenuta. Anzi, anche nelle celebrazioni della mattinata, Casellati aveva evitato di citare i reali responsabili della strage limitandosi a queste parole senza accennare ad alcuna matrice: “Lo sdegno dell’Italia intera per la strage di piazza Fontana non si è mai spento. Il 12 dicembre 1969 ci furono sgomento, dolore, indignazione. Fu l’inizio di una lunga stagione di sangue. Ma a 52 anni di distanza, il pensiero per le 17 vittime e il ricordo di quel barbaro crimine devono essere un monito affinché le trame eversive e le sofferenze che ne derivarono, individuali e collettive, non si ripetano più nel futuro”.
Nella cerimonia in piazza Fontana, ieri, è stato contestato il sindaco Giuseppe Sala, che a proposito dello sciopero indetto per il 16 dicembre ha detto: “Lo sciopero è probabilmente sbagliato, ma è un diritto”. Fischi e grida hanno interrotto il suo intervento.
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