Ruby 3, le ragazze: “Assolvetici ora”. Il pm: “Folle”
Gli avvocati delle giovani imputate nel processo milanese Ruby 3 hanno chiesto al Tribunale di prosciogliere le loro assistite subito, con “declaratoria immediata”, dal reato di falsa testimonianza. In conseguenza – sostengono – dell’ordinanza del 3 novembre con cui i giudici hanno dichiarato inutilizzabili le testimonianze di 18 ragazze accusate di aver mentito nelle aule dei processi Ruby 1 e 2.
Non avrebbero dovuto rivestire il ruolo – sostiene l’ordinanza – di testimone, ma dalla primavera 2012 di imputate in reato connesso. Ieri ha replicato il pm Luca Gaglio, che con il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano rappresenta l’accusa del Ruby 3: siano rigettate le istanze delle giovani imputate – ha chiesto “fermamente” Gaglio – perché le imputate devono rispondere, in concorso con Silvio Berlusconi, anche del reato di corruzione in atti giudiziari (per aver ricevuto da Berlusconi soldi per mentire ai giudici).
Lo stralcio, con la divisione dei due reati “strettamente connessi”, per il pm sarebbe “folle” e contro l’economia processuale. E le imputate devono continuare a rispondere del reato di corruzione in atti giudiziari – ha spiegato Gaglio – perché le ragazze sono diventate “pubblici ufficiali” nel momento in cui sono state ammesse dal Tribunale come testimoni nel processo Ruby 1: e cioè il 23 novembre 2011 (prima della primavera 2012 in cui secondo il Tribunale dovevano assumere il ruolo di imputate). Gaglio aggiunge che anche l’eventuale “cessazione della qualità pubblico ufficiale” secondo la giurisprudenza e il codice penale (articolo 360) non fa cadere il reato, contestato fino al 2015.