Penati. Assolto?
Assolto? Filippo Penati, ultimo uomo forte del Pci-Pds-Ds-Pd lombardo, ex sindaco di Sesto San Giovanni, ex presidente della Provincia di Milano, ex capo della segreteria politica di Pierluigi Bersani, è stato per quattro anni indagato e processato per diversi filoni di quello che sinteticamente è stato chiamato il “sistema Sesto”. Ecco i tre filoni principali.
- Aree Falck e Marelli. Penati era accusato di concussione per aver preteso tangenti dagli imprenditori per concedere la riqualificazione urbana delle due grandi aree industriali. È l’accusa più grave. L’ex sindaco di Sesto si salva grazie alla prescrizione propiziata dalla legge Severino: accettata dopo aver solennemente proclamato che vi avrebbe rinunciato.
- “Fare Metropoli”. Era un’associazione che non ha mai fatto una sola iniziativa pubblica, ma in compenso raccoglieva soldi dagli imprenditori (provati 363 mila euro tra il 2009 e il 2011). Contributi elettorali non registrati da chi li versava, dunque illegali. Per questo i pm hanno chiesto una condanna per finanziamento illecito al partito. Gli imprenditori erano generosi con Penati perché speravano di ingraziarsi un uomo potente, un politico influente. Ma i giudici hanno assolto, perché hanno ritenuto che Penati potesse pensare che i suoi generosi sostenitori avrebbero poi regolarmente registrato i contributi concessi a “Fare Metropoli”. Dunque, per i giudici, “il fatto non costituisce reato”.
- Triangolazione Di Caterina. L’imprenditore Piero Di Caterina sosteneva di aver anticipato soldi a Penati, che gli erano stati restituiti dal gruppo Gavio attraverso un contratto simulato di vendita per un immobile poi non venduto. Così il gruppo Gavio pagava (indirettamente) a Penati 2 milioni di euro, dati a Di Caterina. In cambio l’impresa otteneva una transazione da 18 milioni dalla società Serravalle controllata dalla Provincia, di cui era “amministratore di fatto” il Penati presidente della Provincia. I giudici hanno assolto “perché il fatto non sussiste”, richiamando però il secondo comma: la prova non era sufficiente.
In definitiva. In attesa delle motivazioni della sentenza, Penati esce dalle sue complesse vicende giudiziarie grazie a un mix assoluzione/prescrizione/insufficienza di prove. Considerato che oltre alle responsabilità penali accertate e accertabili ci sono le responsabilità politiche e la decenza dei comportamenti, quel mix è forse troppo poco per poter gioire.
11 dicembre 2015