Piano B, arriva a Milano la “mostra immersiva” su Silvio
Il “Piano B” era quello di Cosa nostra, che nel 1993 scelse il nuovo partito di Silvio Berlusconi, Forza Italia, dopo aver provato a varare un partito proprio, federando il suo movimento, Sicilia Libera, con le varie Leghe del Sud sbocciate nei primi anni Novanta del Novecento. Ma ora “Piano B” diventa una “mostra immersiva” che ha l’intenzione di raccontare un pezzo di storia italiana, dal 1956 al 1993, attraverso la biografia del Berlusconi imprenditore. Immagini, voci, musiche immergeranno il visitatore nell’avventura di un uomo che parte dal mondo del mattone, passa per le televisioni, attraversa la grande distribuzione, tocca i trionfi nel calcio.
A promuoverla è il Gruppo MilanoCard, che la promette per il prossimo autunno. “Prima di essere l’uomo politico che tutti conosciamo, condividendone o meno le posizioni, Berlusconi è stato un imprenditore capace con le sue intuizioni di cambiare il volto dell’Italia”, dicono gli organizzatori. “Ecco perché vogliamo riproporre la narrazione di questa epica berlusconiana, con tutti i suoi successi e anche le sue contraddizioni. Il Berlusconi imprenditore non ha costruito solo grandi aziende per sé, ma ha cambiato lo stile di vita degli italiani. Ha accelerato la modernizzazione del Paese in modo anche dirompente, ha introdotto linguaggi e visioni nuove grazie alla leva potente della televisione”.
Chissà se la narrazione “immersiva” ci spiegherà le misteriose società svizzere che finanziarono le sue prime imprese edilizie, se ci farà ascoltare le registrazioni in cui confessava ai colleghi imprenditori di girare gli uffici pubblici a caccia di autorizzazioni “con l’assegno in bocca”, se ci spiegherà finalmente il ruolo di Vittorio Mangano, il boss siciliano installato ad Arcore, se ci delizierà con i fidi ottenuti senza garanzie da banchieri fratelli di loggia (la P2), se ci documenterà gli accordi con Bettino Craxi per poter controllare tre reti tv nazionali alla faccia dei “pretori d’assalto”, fino a ottenere la legge Mammì, costruita su misura delle sue antenne.
Chissà come sarà la sezione dedicata ai suoi più fedeli collaboratori, da Cesare Previti che tenne a battesimo la Fininvest, a Marcello Dell’Utri che fece grande Publitalia, la sua concessionaria di pubblicità: entrambi sfortunatamente finiti in tribunale, condannati per corruzione e per mafia.
“La mostra non vuole dare un giudizio storico sul personaggio Berlusconi, ma riproporre un pezzo di storia che è storia collettiva, nei suoi lati positivi e in quelli negativi. L’avventura imprenditoriale di Berlusconi è frutto di tante intuizioni in anticipo sui tempi, ma ha anche le caratteristiche di un sogno che ci ha riguardato e spesso affascinato tutti”. Così spiegano per iscritto gli organizzatori, che si dicono per il momento indisponibili a rispondere alle domande e alle curiosità del Fatto.
MilanoCard è un gruppo fondato da un giovanissimo Edoardo Scarpellini, che nel 2009 lancia la prima tourist card per la città di Milano, che sul modello di esperienze simili nelle altre grandi città del mondo offre ai turisti trasporti, servizi e ingressi ai musei. Nel 2015 vende i biglietti dell’Expo, poi comincia a gestire luoghi culturali e monumentali, come la suggestiva Cripta di San Sepolcro, e a organizzare mostre (Bill Viola, Leonardo, Marina Abramovic a Milano e a Napoli).
Nel 2017, in collaborazione con la berlusconiana Medusa Film, organizza proiezioni volanti (Cinema Bianchini, Cinema sui tetti, Cinema in battello sui Navigli). Dal 2018, con AffariItaliani.it, produce il quotidiano online 10alle5. Sta lanciando Quotidiana, una rete di edicole per rilanciare i chioschi dopo la crisi della carta stampata. Con “Piano B” s’incammina su un terreno che lambisce necessariamente la politica, benché proclami di volerne restare fuori. Ma come è possibile, trattandosi di Berlusconi?