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Colpo di grazia nella ricca Brianza. Affari & politica. In un film (misterioso)

Colpo di grazia nella ricca Brianza. Affari & politica. In un film (misterioso)

Chi è Banksy? O, per restare in Italia, chi si nasconde dietro la mascherina colorata di M¥ss Keta? In attesa di (non) rispondere a queste domande, possiamo (non) risolvere anche l’ultimo mistero cultural-politico che aleggia su Milano. Riguarda la paternità di una mini-serie dal titolo Colpo di grazia (sottotitolo “La città di Teodolinda ha le ore contate”), disponibile su Youtube. Ogni episodio dura 6-7 minuti e compone un film ambientato a Monza (la città di Teodolinda, appunto) che potremo vedere tutto soltanto quando sarà messo online l’ultimo episodio, il nono.

Per ora ne sono disponibili tre, anticipati, annunciati e accompagnati sui social (Facebook, Instagram) da una campagna geniale che li ha resi un caso mediatico ancor prima dell’uscita. Pezzo forte, l’intervista alla regista, Skyler Grey, che con il volto in penombra e un inglese perfetto racconta di essere svedese, di provenire da Solna, una piccola città vicina a Stoccolma (come Monza lo è a Milano), di essersi formata alla Stockholm Filmskola, di considerare suo maestro il regista Lars von Trier, con cui ha lavorato al film Nymphomaniac, e di essere approdata a Monza per realizzare la sua opera prima, Colpo di grazia, che segue il “dogma” di Lars von Trier ma strizza l’occhio ai film polizieschi italiani degli anni Settanta. Destinato alle sale — spiega Skyler Grey —  è stato invece distributo online causa pandemia.

Che cosa racconta, il film? E qui la storia diventa pesante. Perché ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale, ma i personaggi del film sono “il Sindaco”, il palazzinaro “Cavalier Michele Mattoni”, l’assessora all’urbanistica e amica del sindaco “Martina Fedeli”, l’architetto “Enzo Boschi”, la voce del comitato di quartiere “Angelo Fatibeni” e poi “Chicco”, “il Gangsta”, “l’Arciprete”.

E la storia è così inventata da sembrare vera, proprio come tante vicende accadute a Monza. Ci sono terreni verdi da trasformare in affari immobiliari, due torri da costruire come due piccoli “boschi verticali”, rifiuti tossici da nascondere, accordi segreti tra amministratori pubblici e imprenditori.

Ce n’è a sufficienza per far perdere la pazienza ai politici locali, tipo Andrea Mangano, presidente del circolo locale di Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, che è stato il primo gallo a cantare: già dopo l’uscita del primo episodio ha dichiarato “Questa non è satira, è spazzatura”. Poi realtà e fiction s’accavallano, proprio come probabilmente volevano gli ideatori dell’operazione Colpo di grazia. Un articolo sul film, pubblicato sul sito del giornale locale, Il Cittadino, scompare dal web. Il sito di Colpo di grazia viene oscurato: dalla polizia postale su richiesta di chi si ritiene diffamato dal film, o dagli autori che sanno come si fa comunicazione? Si sa solo che chi lo apre trova una pagina che dice: “This Account has been suspended”.

La destra locale minaccia censure e querele e punta il dito sul centro sociale Foa-Boccaccio di Monza, mentre gli autori del film ripetono che la regista Skyler Grey, “dopo aver predisposto il soggetto cinematografico, ha raccolto in giro per il mondo le candidature per l’ambientazione (piccoli comuni, ma anche metropoli), scegliendo infine Monza come la location più adatta”.

Adattissima. Qui il Pgt, il Piano di governo del territorio predisposto dalla giunta precedente, è stato massacrato dall’attuale giunta di centrodestra guidata dal sindaco Dario Allevi, che ha aperto la porta alle revisioni, alle deroghe, agli incentivi. Ci sono tante aree dismesse da “recuperare”. Ma niente paura: il film è pura fiction, ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale.

Il Fatto quotidiano, 18 febbraio 2021
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