Basilio Rizzo ha vinto: via i segreti sul futuro di Atm
Da oggi la politica è un po’ più trasparente. Gli atti sui progetti del Comune, richiesti da un consigliere, non possono più restare segreti. Non possono essergli rifiutati. Lo ha stabilito una sentenza del Consiglio di Stato che ieri ha ribaltato una pronuncia opposta del Tar della Lombardia. Tutto merito di Basilio Rizzo, storico consigliere dell’opposizione di sinistra e verde a Palazzo Marino, fin dai tempi di Tangentopoli e della Milano da bere, che oggi sostiene la maggioranza di centrosinistra del sindaco Giuseppe Sala, ma continua le sue battaglie di sinistra e verdi per la trasparenza e la legalità, anche quando scontentano i suoi alleati.
Rizzo, dunque, un anno fa, il 29 agosto 2019, ha chiesto al Comune di Milano gli atti di una operazione in corso che riguarda Atm, l’azienda dei trasporti pubblici: la nascita di Milano Next, un consorzio che dovrà unire Atm e altre società, A2a Smart City, Hitachi Rail Sts, Busitalia, Commscon Italia e IgpDecaux. Sono aziende fornitrici di Atm che saranno riunite sotto lo stesso tetto per la gestione del trasporto pubblico cittadino.
Basilio Rizzo voleva vedere chiaro nell’operazione e ha chiesto gli atti. Il 3 settembre 2019 l’amministrazione del Comune gli dice no: sono segreti, riguardano una azienda (Atm) che ha ancora in corso l’operazione, li potrai conoscere quando i giochi saranno fatti. Ma come – risponde Rizzo – l’Atm è interamente controllata dal Comune di Milano. Com’è possibile che gli eletti dai cittadini proprio per guidare e controllare l’operato del Comune non possano avere accesso ai documenti su operazioni importanti che possono cambiare i servizi offerti alla città?
Accanto a Basilio scendono in campo due avvocati milanesi di grande competenza, Stefano Nespor e Federico Boezio. Presentano un ricorso al Tar lombardo, che lo respinge. Non demordono, ricorrono al Consiglio di Stato. E ieri questo dà loro ragione.
“È una sentenza importante che sancisce il diritto del consigliere comunale di poter esaminare tutti gli atti che consentono lo svolgimento consapevole ed efficace del proprio mandato”, commenta Rizzo. “Per me è un principio ovvio e scontato che chi è stato eletto dai cittadini per rappresentarli possa e debba aver accesso agli atti della pubblica amministrazione. Ma non per la pubblica amministrazione stessa, che ce li aveva rifiutati. Spiace che questo diritto fondamentale di chi è eletto dai cittadini debba essere ottenuto tramite un ricorso e una sentenza e non come prassi naturale. Spiace soprattutto che questo sia potuto avvenire in una amministrazione che a parole si richiama alla correttezza e alla trasparenza”.
Da oggi, alle parole dovranno seguire i fatti. E questo varrà non solo per Milano, ma per tutti i Comuni e tutte le amministrazioni pubbliche. “Dobbiamo quindi al Consiglio di Stato”, continua Rizzo, “la tutela (speriamo in futuro non più messa in discussione o aggirata) di un diritto fondamentale valido non tanto per un singolo consigliere ricorrente, ma per ogni eletto a Milano o negli altri Consigli comunali”.
E ora, vinta la battaglia della trasparenza, Rizzo si prepara alla battaglia di sostanza: che cosa c’è dentro quelle carte che si voleva restassero segrete? Che cos’è quell’accordo che consegna il trasporto pubblico milanese a Milano Next? Perché l’Atm del direttore generale Arrigo Giana ha voluto questo consorzio? Perché rinunciare a un pezzo di controllo sul servizio di trasporto pubblico, sposandosi con aziende private che sono fornitrici di Atm? È un sistema per non fare più gare pubbliche, ma concedere per affidamento diretto, senza gara, non soltanto la concessione per il trasporto cittadino, ma anche tutte le forniture future?