“Scandali e inefficienze”. La Regione Lombardia sotto inchiesta
Dario Violi, Cinquestelle: “Il dilettantismo di Fontana è inaccettabile”
“Nel migliore dei casi è segno di una faciloneria, di un dilettantismo che la Lombardia non può accettare”. Dario Violi è consigliere regionale del Movimento 5 stelle, dopo essere stato candidato presidente M5s alle ultime elezioni.
Rientrate anche voi nella commissione d’inchiesta.
Sì. Ma dopo l’ultimo caso emerso, quello dei camici di Fontana, è chiaro che la maggioranza deve dimostrare di voler fare davvero chiarezza. Non può impuntarsi sul nome del presidente. Noi, M5S e Pd, abbiamo trovato un accordo. I Cinquestelle hanno rinunciato alla presidenza perché vogliamo chiarezza, non poltrone. Se ci saranno veti, vorrà dire che Lega e Forza Italia non vogliono fare chiarezza su quello che è successo in Lombardia.
Quali sono le prime urgenze della commissione?
Noi non vogliamo vendette. Vogliamo giustizia e verità. Ce lo chiedono i cittadini. Dobbiamo cominciare ad audire i medici, gli infermieri, i direttori, i parenti delle vittime… in trasparenza. La presidente voluta dal centrodestra aveva anticipato che i lavori sarebbero stati segreti. È chiaro che alcune audizioni dovranno essere segrete, ma i lavori dovranno essere trasparenti. Ci sono parenti che dicono che ad Alzano non è stata fatta la sanificazione, che non c’è stato tracciamento… Dobbiamo capire quali sono state le responsabilità politiche (a quelle penali ci penseranno i magistrati) e che cosa non ha funzionato. E poi dobbiamo sanare le falle della sanità lombarda che si sono dimostrate più gravi di quello che potevamo immaginare.
L’ultimo caso emerso è quello dei camici.
Io spero che il presidente Attilio Fontana riesca a spiegare tutto. Ma anche se fosse vera la spiegazione della donazione e del disguido, la vicenda dimostra la come hanno gestito l’emergenza: sottovalutazione, dilettantismo, in una regione come la Lombardia. Non ce lo meritiamo: devono trarne le dovute conseguenze.
Jacopo Scandella, Pd: “Trasparenza su affidi diretti per milioni”
Jacopo Scandella, consigliere regionale lombardo del Pd, è il candidato delle opposizioni a diventare presidente della commissione regionale d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria in Lombardia. “Si riparte, dopo la rinuncia di Patrizia Baffi, che era stata eletta con i voti della maggioranza. Il presidente delle commissioni d’inchiesta spetta per regolamento alle opposizioni. Lega e Forza Italia avevano ritenuto di votarsi una presidente che ritenevano più malleabile, ma questo aveva messo in stallo i lavori della commissione. Ora si riparte, perché c’è una domanda di chiarezza e verità che è trasversale, che viene anche dagli elettori leghisti”.
Sarà lei il presidente?
Sono stato indicato dalle opposizioni (Pd e Cinquestelle). Ma non importa il nome, io o un altro non è un problema. Importante è che si cominci a fare chiarezza su che cosa è successo in Lombardia durante l’emergenza coronavirus.
Quali saranno le prime mosse della commissione d’inchiesta?
Non si tratta tanto di sentire l’assessore Giulio Gallera, che in questi mesi abbiamo sentito anche troppo, ma dobbiamo riuscire ad avere le carte, i documenti per capire che cosa è successo. Abbiamo finora fatto tanti accessi agli atti, sia noi sia il M5s, senza risposte. Ora ci dovranno far vedere quali sono state le scelte della Regione negli ospedali, ad Alzano Lombardo ma no solo, nelle residenze per anziani, per l’ospedale in Fiera, per i test e i tamponi…
Intanto è scoppiato lo scandalo dei camici e dei parenti del presidente Fontana.
Aspettiamo che Fontana ci venga a spiegare che cosa è successo. Ma non c’è solo questo caso: durante l’emergenza hanno deciso affidamenti diretti per milioni di euro. Dovranno renderli trasparenti.