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Basta con la Giornata della lentezza, il 2020 sia l’Anno lento

Basta con la Giornata della lentezza, il 2020 sia l’Anno lento

Bruno Contigiani l’ha inventata 12 anni fa, la “Giornata della lentezza”. Era il 2007 e con un gruppo di amici presidiò il centralissimo corso Vittorio Emanuele, a Milano, dando le multe a chi camminava troppo veloce. La provocazione diventò quella sera uno dei titoli dei telegiornali. L’anno dopo, Contigiani pubblicò il libroVivere con lentezza, che divenne subito un bestseller. Da allora, ogni anno, il primo lunedì di maggio è diventato la “Giornata della lentezza”, che è stata celebrata anche a New York, Londra, Parigi, Tokio, Shangai. Il suo libro, che contiene dieci, anzi quattordici Comandalenti, è stato più volte ristampato, fino a diventare Vivere con lentezza. Dieci anni dopo (Papero editore).

Adesso dice basta. “Basta rallentare soltanto per un giorno, per continuare a correre tutto il resto dell’anno”, dice Contigiani. “Ogni giorno è la Giornata di qualcosa, ci sono più Giornate che giorni dell’anno. E queste rischiano di essere una stanca ripetizione, che ci autoassolve e nasconde la nostra reale indifferenza per i problemi che vorremmo ricordare. Basta Giornata della lentezza, dunque. Se vogliamo davvero cambiare non possiamo limitarci a un giorno. Se proprio vogliamo, dichiariamo il 2020 Anno della lentezza. Iniziamo un vero cambiamento, anzi: cambialento”.

Quando lanciò l’idea di “vivere con lentezza”, Contigiani provò a cambiare la sua vita. “Avevo fatto l’allenatore di nuoto, il professore di matematica applicata, l’esperto di nuove tecnologie, il capo ufficio stampa di Ibm Italia e poi di Telecom Italia Corporate. Correvo come un pazzo. Solo grazie al fortunato incontro con uno scoglio, durante un tuffo nel mare di Chiavari, ho avuto l’occasione di iniziare una seconda vita”. Ora vive sulle colline piacentine (“In una sorta di co-housing”, racconta), gestisce con il suo gruppo il sito vivereconlentezza.it, ha un blog su ilfattoquotidiano.it.

Ha inventato anche l’iniziativa “Leggevamo Quattro Libri al Bar”, da più di dieci anni fa parte di un gruppo che lavora nelle carceri di Pavia e di Piacenza, con persone detenute per reati comuni o con detenuti “protetti”, animando gruppi di lettura ad alta voce e realizzando il giornale del penitenziario di Pavia Numero Zero. A Jaipur, in India, ha messo in piedi un intervento negli slum della città, con ex bambine e bambini di strada “a cui cerchiamo di dare un futuro autonomo, sostenendoli negli studi universitari. Altri progetti sono dedicati a donne in difficoltà a cui forniamo una macchina per cucire che aiuti nei lavori domestici o per avviare piccole attività commerciali e a lavoratori poveri a cui assegniamo biciclette per consentire gli spostamenti”.

Ora dice basta alla “Giornata della lentezza”: “L’idea me l’ha data una scuola dell’infanzia di Genova, che ha deciso di dedicare tutto l’anno 2020 ad attività lente. Se gli anni Venti del Novecento erano gli ‘anni ruggenti’, i venti-venti saranno gli ‘anni lenti’. Archiviamo i frenetici Anni Dieci. I bambini sono i primi a sentire il bisogno di lentezza, a domandare il rispetto dei ritmi, a chiedere ascolto: almeno per quest’anno proviamo a tornare bambini e rallentiamo. Tutto l’anno. Rallentare fa bene, fa bene al cuore, all’umore, all’amore, all’amicizia, all’ambiente…”.

Ma è possibile nel nostro mondo convulso e sempre connesso? “Ovviamente non potremo andare sempre lenti”, risponde Contigiani, “ma rallentare non significa fermarsi: quando sarà necessario saremo in grado di prendere velocità e scopriremo la rapidità, realizzando in una sola mossa quanto non eravamo riusciti a fare in anni di frenesia. Troveremo il ritmo più adatto a noi. Vivere con lentezza è un gesto d’amore verso noi stessi, verso gli altri e verso il pianeta. Solo se diventa uno stile di vita che dura tutto l’anno, può aver senso celebrare la Giornata della lentezza il primo lunedì di maggio, come fosse un capodanno. Altrimenti: stop”.

 

Il Fatto quotidiano, 3 gennaio 2020
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