IwBank, tutti assolti. Bankitalia non ostacolata?
Assolti, perché “il fatto non sussiste”. Così ha deciso, il 10 aprile 2019, il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Milano Cristina Mannocci, che ha prosciolto tutti i 14 imputati nel procedimento IwBank (gruppo Ubi Banca) e lo stesso istituto di credito, accusati di ostacolo all’autorità di vigilanza, la Banca d’Italia. Il pm milanese Elio Ramondini aveva chiesto la condanna a 1 anno e 2 mesi per tutti gli imputati e una sanzione di 600 mila euro per l’istituto, in forza della legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.
Invece tutti assolti: gli ex dirigenti, gli ex consiglieri, gli ex sindaci, compresi l’ex amministratore delegato Alessandro Prampolini e l’ex presidente Mario Cera, che è anche vicepresidente del consiglio di sorveglianza di Ubi. IwBank, la banca online del gruppo Ubi, secondo l’accusa era diventata una specie di banca offshore visto che, tra il 2008 e il 2014, ben 104 mila dei 140 mila conti online erano senza controllo. I correntisti non erano correttamente identificati. C’erano posizioni intestate a casalinghe novantenni, con figli che però facevano gli operatori finanziari. Un conto era intestato a una società estera, senza che fosse registrato il beneficiario in Italia. E quando la Guardia di finanza arrivò a chiedere conto di tanto “disordine” nell’Archivio unico informatico (Aui), l’istituto non trovò di meglio che presentare una denuncia ai carabinieri, sostenendo di aver smarrito la documentazione.
Si era così arrivati alla richiesta di rinvio a giudizio, presentata dalla Procura con l’accusa agli imputati di aver gestito IwBank senza le necessarie cautele antiriciclaggio e senza comunicare alla Banca d’Italia le irregolarità in materia di verifica e registrazione nell’Archivio unico informatico, nelle posizioni di migliaia di clienti dell’istituto. All’apertura dell’udienza preliminare, gli imputati a sorpresa avevano chiesto il rito abbreviato, che si celebra a porte chiuse, sulla base delle prove già raccolte dal pm e con la possibilità di godere, in caso di condanna, dello sconto di un terzo sulle pene. Non ce n’è stato bisogno.
Questo è l’ennesimo processo per ostacolo alla vigilanza che si conclude con assoluzioni. È già successo a Giuseppe Mussari, ex presidente del Monte dei Paschi di Siena, assolto in appello a Firenze. È successo a Giuseppe Fornasari, ex presidente di Banca Etruria, assolto in primo grado e ora sotto processo in appello. Banca d’Italia, l’autorità di vigilanza che secondo l’accusa è stata ostacolata, non si era costituita parte civile nel processo. Per ragioni tecniche: non era stata avvisata dalla Procura al termine delle indagini come parte lesa. Gli imputati di IwBank hanno sostenuto di non aver potuto ostacolare nessuno, visto che Bankitalia era venuta a fare ispezioni nel 2011 e poi nel 2013 e dunque era a conoscenza della situazione. Il capo della prima ispezione, Carmelo Lattuca, ha invece dichiarato al pm di aver segnalato alla banca, ma invano, una valutazione “di grado 4 – parzialmente sfavorevole”.
La giudice ha deciso ora che “il fatto non sussiste”. Bisognerà aspettare le motivazioni della sentenza per capire se ha ritenuto che non ci sia stato ostacolo perché i vertici della banca si sono comportati correttamente, oppure perché Bankitalia era a conoscenza delle scorrettezze commesse. Soddisfatte le difese: “Abbiamo sempre fornito agli inquirenti la più ampia collaborazione”, ha dichiarato l’avvocato Francesco Centonze, difensore di IwBank, “e la decisione conferma quanto sostenuto dalla banca fin dalle primissime fasi del procedimento: la piena trasparenza informativa nei confronti delle autorità di vigilanza”.