MILANO

Toh, con Sala c’è anche Garofano, quello della “madre di tutte le tangenti”

Toh, con Sala c’è anche Garofano, quello della “madre di tutte le tangenti”

Milanesi, attenti. Se avete intenzione di andare a votare alle primarie del centrosinistra, il 6 e 7 febbraio, quando sarete in fila guardatevi attorno: potreste avere come vicino, nella coda, un personaggio di tutto rilievo, un pezzo di storia italiana, un protagonista assoluto di Tangentopoli: Giuseppe Garofano, detto Pippo, detto il Cardinale, membro dell’Opus Dei, presidente di Montedison ai tempi di Mani pulite, latitante e poi arrestato. La paura che potesse raccontare ad Antonio Di Pietro tutta la verità sulla “madre di tutte le tangenti” (il mazzettone Enimont) è stata probabilmente una delle molle che ha spinto Raul Gardini a premere il grilletto fatale della sua Walther Ppk 7.65.

Oggi Pippo Garofano si è schierato con Giuseppe Sala. Ha partecipato ieri a un incontro elettorale a Milano, in buona compagnia: c’erano Luigi Roth (ex presidente della Fondazione Fiera Milano, ciellino, fedelissimo di Roberto Formigoni) e un bel mazzetto di vecchi democristiani, da Roberto Mazzotta (ex presidente Cariplo) a Ettore Gotti Tedeschi (ex Ior, anch’egli Opus Dei), da Piero Bassetti a Enrico Marcora, da Mariapia Garavaglia a Bruno Tabacci. “Fra i miei primi principi c’è l’innovazione e a voi rappresentanti della borghesia chiedo che ruolo si vuole giocare”, ha detto Sala rivolgendosi al suo selezionatissimo pubblico, a cui ha confessato le sue preoccupazioni sulle primarie: “Se domani ci fossero le amministrative dormirei più tranquillo, ma le primarie per me sono un passaggio stretto”. Gli fa da spalla Tabacci, ex assessore di Giuliano Pisapia, che ai pezzi da novanta della ex Dc dice: “Svestitevi dai pregiudizi, le sedi delle primarie non sono i gazebo del Pci: andate, prendete la scheda e scrivete Sala. Il sacrificio che farete è molto inferiore al sacrificio che sta facendo Sala”.

Del resto, anche le file si possono saltare, alle primarie milanesi (come a Expo con i biglietti vip). Lo spiega un tweet di Umberto Ambrosoli: “Non ci sono scuse per non votare alle @Primarie_Mi2016: c’è anche il modulo per saltare la fila”. Basta registrarsi online o in apposite sedi prima dei giorni in cui si vota. Dunque sarà difficile trovarlo in coda, Pippo Garofano il Cardinale. Fu interrogato in gran segreto da Di Pietro e Gherardo Colombo il 1° settembre 1992. Ammise di aver finanziato la Dc, ma di tasca sua, come filantropo. Non gli credettero. Nel gennaio 1993 la Guardia di finanza andò a perquisire la sua casa e gli uffici Montedison, ma lui era già scappato all’estero.

La latitanza durò sei mesi, pieni di voci e di indiscrezioni. C’era chi diceva che fosse fuggito in Spagna, nascosto dai confratelli dell’Opus, chi giurava che si fosse rifugiato a Londra o a New York. Custidiva il più grande segreto di Tangentopoli, quello della super-mazzetta Enimont, mistero ancora oggi in parte irrisolto e forse nascosto per sempre nei forzieri dello Ior, ma anche in qualche stanza ormai vuota di Botteghe Oscure. Nel luglio 1993 il Cardinale andò a Ginevra, con l’impegno di volare a Milano per consegnarsi al pool di Mani pulite. Ma qualcuno che non voleva il suo ritorno in Italia avvertì la polizia svizzera, che lo arrestò in forza di un mandato internazionale. Non si oppose all’estradizione e accettò invece di tornare in Italia. Qualcosa raccontò. Non abbastanza per spiegare tutto della maxi-tangente, ma sufficiente per far suonare le campane a morto per Raul Gardini.

Vecchie storie. Oggi il Cardinale è pronto, in buona compagnia, a saltare la fila delle primarie e a votare Sala.

Il Fatto quotidiano, 30 gennaio 2016
To Top