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Sala e l’affare Sea fatto dall’azienda di Sala

Sala e l’affare Sea fatto dall’azienda di Sala

Era il giugno 2009, quando il Comune di Milano decise di vendere un pacchetto di azioni in portafoglio alla controllata Sea. Direttore generale del Comune, allora, era Giuseppe Sala. Advisor finanziario dell’operazione, invece, era la Medhelan Management & Finance: la società di consulenza di Giuseppe Sala. A sette anni di distanza, la vicenda riemerge dalle nebbie, ora che Sala è il candidato Pd che aspira a diventare sindaco di Milano. Una storia di commistioni, conflitti d’interesse e comportamenti inopportuni che si aggiunge alle altre già emerse, come quella degli architetti Expo utilizzati per la sua villa al mare.

Sea è la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa. Aveva anche una quota della Gesac spa (Gestione servizi aeroporti campani), titolare della concessione dello scalo di Napoli Capodichino. Un pacchetto del 5 per cento, che il Comune di Milano, sindaco Letizia Moratti, decide di vendere per fare cassa. Nel giugno 2009 la Sea pubblica il bando, in cui si precisa che advisor finanziario dell’operazione è la Medhelan Management & Finance, mentre advisor industriale è Roland Berger Strategy Consultants e advisor legale è ES Studio.

L’operazione è condotta da Sea, ma è il Comune di Milano, socio di controllo, a prendere le decisioni. Del Comune di Milano, Sala è il manager, direttore generale arrivato a Palazzo Marino nel gennaio 2009. A individuarlo e indicarlo a Letizia Moratti è Bruno Ermolli, il gran consigliere di Silvio Berlusconi per gli affari milanesi, il Gianni Letta di rito ambrosiano. Per andare a sedersi nell’ufficio da cui si controlla tutta l’amministrazione meneghina, Sala nel dicembre 2008 dà le dimissioni da presidente di Medhelan Management & Finance. Con l’anno nuovo, nel 2009 arriva il nuovo incarico. Ma la sua società appena abbandonata gestisce la vendita della quota Gesac di Sea.

Medhelan era nata due anni prima, nel gennaio 2007. Sala era stato per anni alla Pirelli, poi a Telecom, quando questa era controllata da Marco Tronchetti Provera. Sala era l’omino grigio che si occupa dei conti. Poi Tronchetti aveva preso il travet sotto la sua ala e ne aveva determinato la carriera. Nel 2002, Tronchetti – preoccupato per la guerra che dentro Telecom si stavano facendo l’amministratore delegato Riccardo Ruggiero e il vicepresidente Carlo Buora – cerca di usare Sala come truppa d’interposizione tra i due e lo nomina prima Chief Financial Officer di Tim, poi assistente del presidente di Telecom Italia e infine direttore generale di Telecom Italia Wireline. Il futuro commissario di Expo vive dentro Pirelli-Telecom la stagione dei dossier illegali, di cui l’unico colpevole sarà indicato in Giuliano Tavaroli.

All’inizio del 2006 il divorzio: Sala se ne va, dopo una carriera sfolgorante che lo aveva portato a guadagnare 3 milioni e 91 mila euro nel 2004 e 2 milioni e 488 mila euro nel 2005. Esce da Telecom incassando però 5 milioni e 680 mila euro, di cui 3 milioni come buonuscita. Non ha un altro posto di prestigio che lo attende. Si avventura in mare aperto, si occupa di consulenza. Nel gennaio 2007 avvia la Medhelan Management & Finance, di cui assume la carica di presidente, e diventa Senior Advisor per Nomura. Per due anni la Medhelan sarà la sua casa.

Suoi soci sono Mario Rossetti, Roberto Tasca e Paolo Vantellini. Tasca è un professore dell’università di Bologna, Vantellini insegna alla Bocconi e Rossetti, ex manager di e.Biscom, è stato protagonista di una clamorosa storia giudiziaria. Fino al 2005 direttore finanziario di Fastweb, nel 2010 è stato arrestato con l’accusa di essere un complice della banda di Gennaro Mokbel che aveva messo a segno la frode carosello da 2 miliardi di euro di Fastweb-Telecom Sparkle che è costata l’arresto anche di Silvio Scaglia. Dopo cento giorni di galera e un’assoluzione, Rossetti ha raccontato la sua storia in un libro: Io non avevo l’avvocato (Mondadori).

Ma già nel 2008 la sua strada si era divaricata da quella di Sala: quell’anno era arrivata la proposta di Ermolli e nel dicembre 2008 Sala era andato a dirigere l’amministrazione di Letizia Moratti. I suoi soci di Medhelan però hanno continuato a seguire la vendita del pacchetto napoletano di Sea.

Il Fatto quotidiano, 24 gennaio 2016
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