MILANO

Sala-Majorino, il “sinistro” legittima l’ “alieno”

Sala-Majorino, il “sinistro” legittima l’ “alieno”

Surreale confronto Sala-Majorino al cinema Anteo. Expo rimosso: non una parola su trasparenza dei conti, collaboratori arrestati, appalti discrezionali…

Poteva essere un bel match: lo scontro tra il candidato “più di sinistra” delle primarie milanesi, Pierfrancesco Majorino; e quello di Matteo Renzi e del “Partito della Nazione”, Giuseppe Sala. Invece è stata una messa cantata, con cinque persone schierate sul palco e risposte ancor più generiche delle domande.

Grande ressa per entrare al cinema Anteo, grande passione per assistere al confronto. Ma nessuna dialettica vera. Anzi, Majorino ha promesso: d’ora in avanti “non mi sentirete mai più battibeccare con gli altri candidati alle primarie”.

Risultato: il “sinistro” Majorino ha legittimato l’“alieno” Sala. Ieri lo ha fatto entrare a pieno titolo in una competizione da cui il manager di Expo dovrà uscire candidato sindaco per volontà del presidente-segretario del Pd e l’assessore all’assistenza dovrà essere riconfermato per dare un tocco “sociale” a un candidato altrimenti pericolosamente sbilanciato a destra.

Majorino offre a Sala la necessaria copertura a sinistra, mostrando quello che il commissario Expo va ripetendo: che i due sono “complementari”. Sala il manager è pronto a chiudere la “parentesi” Pisapia (sì, gli è scappato proprio “parentesi”). Majorino ha chiamato l’applauso per “Giuliano, il miglior sindaco italiano”, ma così l’ha imbalsamato e messo in soffitta.

Sembravano due alleati già d’accordo per dividersi – secondo le regole del marketing – gli scaffali del supermercato della politica cittadina: il manager, con prodotti rassicuranti offerti da chi “preferisce fare che parlare”; l’assessore (che ha amministrato bene: vedi l’inchiesta sull’assistenza ai profughi https://www.giannibarbacetto.it/2016/01/09/lindustria-della-bonta-quanto-rendono-i-profughi/), diversificando con prodotti dalla confezione rossa e una spolveratina di “sociale” per accontentare i più a sinistra.

Comunque, applausi a scena aperta per tutti. Solo una piccola contestazione a Sala, subito sedata da Majorino. Più che domande, il sociologo Aldo Bonomi ha tentato prediche alate. Gli altri due giornalisti, più che quesiti puntuali a cui non poter sfuggire, ponevano grandi questioni generali: le periferie, la cultura a Milano, l’ecologia in città, la sicurezza, l’immigrazione… A cui i due rispondevano dicendo entrambi che volevano il bene e rifiutavano il male.

Differenze pressocché zero di contenuti, variavano solo le sfumature. Unica eccezione, una domanda su Cl, a cui Sala ha aperto dicendo che lui non “criminalizza” (?) nessuno e che “andate a vedere il ruolo di Cl in Expo” (che francamente non abbiamo capito). Mentre Majorino ha detto che “Formigoni e i suoi amici non li voglio vedere”.

Non posto il problema concreto: per battere Sala alle primarie ci vuole un solo sfidante, non due (Majorino e Francesca Balzani). Poi, per la serie “chi vorreste nella vostra squadra come assessori”, Sala evoca Ferruccio de Bortoli alla cultura, Majorino cita Filippo Del Corno e Alessandra Kustermann. Di fianco al palco, però, sulla destra, di assessori in cerca di un sindaco ce n’era già un bel numero. Sarà una giunta affollata.

Il Fatto quotidiano, 9 gennaio 2016
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