Corruzione: arrestato il grande manovratore dell’urbanistica a Milano

“Alla fine, di cosa siamo accusati? I nostri dirigenti non hanno accuse di corruzione, ma solo di aver velocizzato le procedure urbanistiche”: il sindaco Giuseppe Sala lo ha ripetuto mille volte negli ultimi mesi. Oggi è seccamente smentito dal giudice delle indagini preliminari che ha disposto gli arresti di Giovanni Oggioni, per anni il più potente dei dirigenti comunali. Accusato di corruzione, falso e frode processuale, insieme ad altri due dirigenti del Comune di Milano, Andrea Viaroli e Carla Barone, e al progettista Marco Cerri.
Ieri la Guardia di finanza ha perquisito gli uffici a Palazzo Marino del segretario generale del Comune di Milano, Fabrizio Dall’Acqua, e del responsabile per la prevenzione, l’ex comandante della polizia locale Marco Ciacci.
I pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, con la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, hanno chiesto l’arresto per Oggioni e una misura cautelare nei confronti della società Abitare In e dell’associazione Assimpredil-Ance che riunisce i costruttori milanesi.
Il gip Mattia Fiorentini ha ordinato per Oggioni i domiciliari, riconoscendo l’esistenza di “gravi indizi” raccolti dalla Procura. Oggioni è stato per anni direttore dello Sportello unico edilizia (Sue) del Comune, vicedirettore della Direzione urbanistica, poi componente della Commissione paesaggio, nonché segretario del consiglio dell’Ordine degli architetti di Milano. Da poco in pensione, non è però uscito di scena, ha mantenuto un incarico a Palazzo Marino: “gratuito e di supporto” all’assessorato alla Casa.
Secondo i magistrati, ha favorito, anche compiendo falsi in atto pubblico, almeno 16 progetti immobiliari. In cambio, Oggioni (già indagato anche per lottizzazione abusiva) ha incassato 178 mila euro: una consulenza ottenuta da Assimpredil. Altri soldi, 124 mila euro, sono arrivati a sua figlia dalla società Abitare In, uno dei grandi sviluppatori immobiliari a Milano.
Indagata dunque anche Assimpredil, per non aver vigilato sui reati commessi da propri manager nell’interesse dell’ente. Non indagata invece la presidente, Regina De Albertis, che ha però subito ieri una perquisizione dei suoi uffici e della sua abitazione.
Oggioni è accusato anche di aver depistato le indagini. Dopo una perquisizione dei suoi uffici eseguita il 7 novembre 2024 dalla Guardia di finanza che gli stava sequestrando telefoni e computer, ha attivato una nuova password per accedere ai suoi dispositivi e ha cancellato l’account, “al fine di depistare le indagini e sopprimere le prove”.
Il gip nelle 257 pagine della sua ordinanza conferma la centralità della Commissione paesaggio nel “sistema dell’urbanistica facile” a Milano. Istituita nel 2012 come organo tecnico e consultivo, formata da architetti e progettisti scelti dal sindaco, la Commissione è stata investita di anomali poteri discrezionali, potendo decidere sui progetti presentati in Comune, in un guazzabuglio di conflitti d’interesse: chi ne faceva parte era o era stato autore di progetti da approvare o poteva diventarlo in futuro.
In una conversazione telefonica, due architetti ammettono che a Milano sono state violate le regole, facendo passare per “ristrutturazione” la costruzione di nuovi grattacieli. Sono Marco Prusicki, presidente della Commissione Paesaggio dal 2015 al 2021, e Marco Engel, presidente dell’Istituto Nazionale di Urbanistica (Inu) Lombardia. Ridendo, riferendosi al progetto Park Towers (sotto indagine per abusi edilizi) dicono: “Che cazzo, è una roba… è una roba che grida vendetta! Com’è possibile che abbiamo distorto la norma in maniera tale che un intervento di questa dimensione possa essere un intervento di ristrutturazione con Scia”, cioè la segnalazione certificata di inizio attività. “Resta il fatto che la cosa è successa solo a Milano; e perché è successa solo a Milano?”.
Ammette le irregolarità anche Oggioni: riconosce “che in effetti i magistrati hanno ragione, perché si attengono alle leggi e soprattutto alla giurisprudenza, anche se lui non lo direbbe e non lo ammetterebbe mai”, si legge nell’ordinanza. Per poi aggiungere: “Per questo motivo ci vuole subito la legge di interpretazione autentica, il solo rimedio che li potrà salvare”.
I pm hanno chiesto al gip l’interdizione (cioè la sospensione temporanea dalla loro attività) di due funzionari dello Sportello unico edilizia, Andrea Viaroli e Carla Barone, e di un ex componente della Commissione Paesaggio, l’architetto Marco Cerri, oggi membro della commissione Via-Vas per il Ponte sullo Stretto, già indagato a Milano per traffico d’influenze.
La legge Nordio prevede che prima della decisione avvenga l’interrogatorio degli indagati, che ci sarà nei prossimi giorni. La prima reazione del sindaco Sala: “Vivo preoccupato”. Per poi cedere: “Chi ha sbagliato paghi”.
La salva-Milano? L’hanno scritta gli indagati
Lo ammettono gli indagati a Milano per abusi edilizi (e ora anche per corruzione): raccontano al telefono di aver confezionato loro la legge salva-Milano, approvata a novembre alla Camera e ora in discussione al Senato. In contatto con i parlamentari Tommaso Foti (Fratelli d’Italia), Maurizio Lupi (Noi moderati) e Alessandro Morelli (Lega). Obiettivo: “mettere in scacco” i pm e azzerare le indagini sugli abusi edilizi a Milano.
Sono gli indagati, scrive il giudice, a “brigare alacremente per ottenere la legge salva-Milano di ‘interpretazione autentica’, arrivando a partecipare direttamente alla stesura degli emendamenti e a farli pervenire alla Camera dei deputati”. Nelle sue telefonate, l’architetto Marco Cerri sostiene di aver confezionato una prima bozza della salva-Milano già nel febbraio 2024, in accordo con Guido Bardelli, noto avvocato amministrativista poi scelto da Sala come assessore alla Casa.
Cerri dice di aver “dato lui il testo al relatore del disegno di legge, onorevole Tommaso Foti, in accordo con Guido”, cioè Bardelli. Rivendica Cerri: “L’avevo fatto io sin da febbraio! Adesso l’ho, semplicemente, diciamo, l’ho riguardato e nei giorni scorsi lo abbiamo mandato”.
In una telefonata del 17 ottobre 2024, Cerri sostiene che “comunque… sulla legge, sta passando l’idea dell’interpretazione autentica eh… è la migliore”: non un semplice condono per gli abusi del passato, com’era nella prima ipotesi, ma una norma che renda legge per sempre e per tutta Italia le procedure (fuorilegge) seguite a Milano. “Come devo interpretare quella roba? Così, punto e basta!”, dice Cerri. “Cioè, lì va fatta una interpretazione di come va interpretata!”.
Il 24 ottobre 2024 Cerri, al telefono con un avvocato, dice che il testo di legge di cui sta parlando arriva “direttamente dalla Camera, cioè da Lupi”, che si tratta di una bozza, che “mi arriva da quella fonte”. “L’ho data a Foti”, aggiunge Cerri.
In un’altra telefonata (non trascritta), Cerri parla direttamente con Lupi: è il 21 novembre 2024, due ore prima che la Camera approvi la salva-Milano.
Rivendicano di aver elaborato il testo e di averlo fatto avere ai parlamentari del centrodestra. Negli atti dell’inchiesta si legge che Oggioni appare preoccupato che “30 anni di urbanistica siano buttati nel cesso”. “Cerri invia a Oggioni in anteprima la bozza del testo del disegno di legge, ricevuta direttamente dal ministero, con la richiesta di apportarvi le modifiche che ritiene necessarie”. I messaggi seguenti attestano che sono apportate “due piccole correzioni di cui parlava Oggioni, e il fatto che siano state da lui elaborate con la collaborazione di Andrea Viaroli”, un altro dirigente comunale per il quale la Procura chiede l’interdizione del servizio.
Entra in scena anche Franco Zinna, direttore (indagato) del settore Casa in Comune: a fine settembre chiama Oggioni e “afferma che ieri ha parlato con Alessandro Morelli, il quale gli avrebbe dato notizie sulla legge nazionale sull’urbanistica, in discussione alla Commissione della Camera. Zinna afferma che l’accordo tra le parti c’è, probabilmente orientato a sanare li passato, quindi la cosa si farà, però vi sono lobby di imprenditori che spingono per aggiungere ‘cose in più’, e il timore di Zinna è che a causa di queste forzature la legge possa trovare ostacoli nel suo iter di approvazione”.
Il giorno dopo, Oggioni aggiorna Cerri e gli dice che “Zinna ha parlato con Morelli”, e che “il tema è che è la struttura (probabilmente gli uffici tecnici in Parlamento, ndr) un po’ frena su alcune cose”. Cerri replica che “entro il successivo venerdì dovrà scrivere gli emendamenti”.
Evocata nelle telefonate anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: in uno scambio di messaggi del 23 febbraio 2024 tra Ada Lucia De Cesaris (avvocato ed ex vicesindaco di Milano) e Regina De Albertis (presidente di Assimpredil): la prima scrive che, per fermare l’indagine, ci vuole “un colloquio riservato, ma serve lei”, riferendosi a Meloni.
Anche il ministro Matteo Salvini ha messo le mani nella salva-Milano: almeno secondo quanto dice al telefono una degli indagati, la dirigente del Comune Carla Barone, che dopo aver sostenuto di essere uno degli autori del testo, ha riferito a un avvocato che Salvini aveva bisogno di fare alcune modifiche e che i tempi per l’approvazione si sarebbero dilatati.