MILANO

Fact checking/Le affermazioni di Sala a “Otto e mezzo”. I “favori”, le volumetrie, il viagra urbanistico

Fact checking/Le affermazioni di Sala a “Otto e mezzo”. I “favori”, le volumetrie, il viagra urbanistico

Mentre a Milano il Consiglio comunale, il 10 febbraio 2025, votava a fatica un ordine del giorno (sulla Salva-Milano) da lui imposto, il sindaco Giuseppe Sala era altrove: a Roma, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo. È la sua strategia degli ultimi mesi. Più cresce la tensione sulle vicende milanesi (soprattutto le inchieste sull’urbanistica), più Sala mette sul tavolo altri argomenti, di politica nazionale: il terzo mandato, la “questione settentrionale”, la strategia delle alleanze a sinistra, il suo eventuale ruolo di “federatore”…

Anche lunedì sera, si è trovato più a suo agio a disquisire di temi che non sono il suo core business – il modello di sviluppo di Milano – attaccando una Daniela Santanché ormai abbandonata anche dai suoi e criticando (giustamente) il “bullismo istituzionale della destra” e il “governo che cita i problemi invece di risolverli”. È un modo per recuperare a costo zero un’immagine di sinistra che a Milano ha ormai perso.

Ma poi spiega la vittoria delle destre con l’incapacità della sinistra di “parlare al mondo produttivo e ai piccoli imprenditori” e di conquistare i moderati del centro. I suoi interlocutori (Tomaso Montanari ed Emiliano Fittipaldi) gli fanno presente che semmai il problema è l’aumento delle disuguaglianze e l’abbandono “di un progetto di giustizia sociale nel nostro Paese”.

“Ma io mi preoccuperei”, ribatte Sala, “al di là di ridistribuire la ricchezza, di cercare di crearla”. Eppure nel mondo (e anche nella sua Milano) ci sono miliardari sempre più ricchi, poveri sempre più poveri e ceto medio sempre più impoverito: la ricchezza c’è, ma è mal distribuita.

A Fittipaldi che gli diceva che Milano è diventata “una città per i ricchi, i milanesi sono costretti ad andare via”, Sala risponde: “Milano non sta perdendo in popolazione”. Dipende. In questi anni la città ha perso quasi 400 mila abitanti e ne ha presi 500 mila: saldo positivo, ma prodotto finale di una “sostituzione etnica”, o almeno sociale: sono arrivati i super-ricchi e se ne sono andati ceto medio, giovani e nuclei non in grado di permettersi l’acquisto o l’affitto di una casa.

Più teso quando si arriva alla Salva-Milano: “orrido nome”, dice Sala. Ma orrido è il provvedimento: rendere legge per tutta Italia e per sempre (in attesa di una legge di riordino dell’urbanistica che chissà quando arriverà) le norme fuorilegge in uso da anni a Milano.

“Preciso: non c’è alcun fatto corruttivo”, proclama Sala. Questo si vedrà alla fine delle indagini, ma già ora sono stati contestati falsi in atto pubblico e traffico d’influenze illecite. “Nessun atto corruttivo, dunque non abbiamo fatto favori a nessuno”. Ma i favori si possono fare anche, eventualmente, gratis: è indubbio che la Milano diventata “paradiso fiscale dell’immobiliare” e luna park della rendita ha fatto favori milionari a fondi immobiliari, sviluppatori, immobiliaristi, costruttori. Che hanno restituito a Milano l’8% del valore estratto dalla città, mentre a Monaco di Baviera, per esempio, restituiscono il 30%.

“A Milano da 13 anni non seguiamo la legge, ancora del 1942, che impone il piano attuativo per edifici più alti di 25 metri, perché è il piano di governo del territorio che fa quel tipo di lavoro”. Falso. Il piano di governo del territorio prevede le funzioni, ma non può sostituire un piano attuativo. Per inciso: è del 1942 anche il codice civile, eppure non lo consideriamo un’anticaglia.

“Devi permettere che un fabbricato in orizzontale sia trasformato in un edificio in verticale”. È l’erezione immobiliare, il viagra urbanistico. Comunque non è “ristrutturazione”, come stabiliscono le leggi (e il buon senso): se si abbatte un capannone e si tira su un grattacielo è “rimozione delle interferenze” a cui segue una “nuova costruzione. Tanto più se è stata cambiata la destinazione d’uso: fabbricati industriali sono diventati grattacieli residenziali con centinaia di nuovi abitanti che hanno diritto per legge a verde e servizi.

“Io sfido chiunque a dimostrare che noi abbiamo regalato anche solo un metro quadro”. Sfida persa. Le “ristrutturazioni” di rito ambrosiano hanno aumentato anche di un terzo le volumetrie e hanno aggiunto fuori terra anche le volumetrie che nel vecchio edificio erano sotterranee. Vedi il caso della Torre Milano.

Confessione finale: “Conosco i dirigenti del Comune di Milano che oggi hanno un avviso di garanzia perché hanno applicato le regole che la politica ha deciso”: dunque le regole fuorilegge del rito ambrosiano sono state decise dalla politica.

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Il Fatto quotidiano, 12 febbraio 2025
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