MILANO

Il Sala furioso. Sulla salva-Milano “non fate i fenomeni”. E minaccia il Pd

Il Sala furioso. Sulla salva-Milano “non fate i fenomeni”. E minaccia il Pd

Teso come una corda di violino, il sindaco di Milano Giuseppe Sala se la prende con chi, dentro il suo ambiente politico, ora manifesta dubbi e ripensamenti sulla legge Salva-Milano. E avverte il Pd: l’avete approvata alla Camera, dovete approvarla al più presto così com’è anche al Senato. Oppure subirete “delle conseguenze”.

Il sindaco è intervenuto ieri a un evento promosso da Azione, dal titolo “Milano Domani. Politiche e progetti per la città del futuro”. È salito sul palco a sorpresa, prima del suo intervento programmato, per replicare a chi dal palco aveva avanzato qualche educata critica alla gestione dell’urbanistica in città. Ha preso il microfono e si è lanciato in un lungo sfogo, quasi una chiamata in correo: dov’eravate, “voi fenomeni”, quando gestivamo insieme la città?

Il tema, diventato rovente negli ultimi giorni, è quello della legge Salva-Milano che, presentata in Parlamento dalla destra come condono per il passato (per i grattacieli considerati abusi edilizi dalla Procura di Milano), su richiesta di Sala e con il sostegno del Pd è stata trasformata in “legge di interpretazione autentica” che rende nazionali e valide anche per il futuro le regole urbanistiche seguite a Milano, sulle quali i pm hanno aperto una ventina di inchieste in cui sono indagati costruttori, progettisti e funzionari del Comune.

Nei giorni scorsi, urbanisti, giuristi, docenti universitari (molti di area centrosinistra e dem) hanno duramente criticato la proposta di legge, ritenendola una sciagura per il futuro urbanistico e territoriale del Paese, sottolineando i rischi di incostituzionalità e adombrando i possibili danni per le casse dei Comuni italiani che avranno meno entrate, considerando (come si fa a Milano) “ristrutturazioni” le nuove costruzioni di grattacieli realizzati al posto di piccoli edifici abbattuti. I professori e gli esperti hanno a gran voce chiesto ai senatori di non approvarla; e alla leader del Pd, Elly Schlein, di ritirare l’appoggio del partito.

In questo clima si è scatenata la reazione di Sala: dov’erano quelli che adesso “fanno i fenomeni”, criticano o hanno dubbi? Furioso, il sindaco: “La cosa che mi fa incazzare, e sottolineo incazzare, è che il centrosinistra governa la città da 14 anni, chi oggi fa dei distinguo era con me, era in giunta, era in consiglio, e io non ho visto nessuno in questi anni alzare la mano e dire: c’è qualcosa che non va. Sono diventati tutti fenomeni adesso che si fanno sentire? Questa non è lealtà”.

Poi lancia un avvertimento al Pd che suona quasi come una minaccia: “Il Salva-Milano la Camera l’ha approvato e voglio vedere cosa succede adesso in Senato, voglio vedere il Pd che posizione tiene, perché, dopo che è passato alla Camera, è inaccettabile che qualcosa cambi. Se questo non succederà vedremo le conseguenze, è un fatto di rigore e di onestà”. Eventuali cambiamenti rallenterebbero l’iter della legge che, se non approvata in Senato così com’è, dovrebbe ripassare dalla Camera. Mentre le inchieste della Procura vanno avanti, scoperchiando altri casi di urbanistica di “rito ambrosiano”, ossia nuove costruzioni fatte passare per “ristrutturazioni” e palazzi permessi dal Comune senza un piano attuativo che calcoli (e faccia pagare ai costruttori) i servizi necessari ai nuovi abitanti che arrivano in una zona di città.

A destra, si è levata a questo proposito la voce di Matteo Salvini, leader della Lega e ministro delle Infrastrutture: “Mi sono messo a disposizione dei sindaci, anche del sindaco Sala, per scrivere una norma che vada a sanare il passato e garantisca queste famiglie”, quelle che hanno comprato appartamenti in palazzi sequestrati dal giudice perché ritenuti fuori legge. “Se poi il Pd cambia idea ogni settimana me lo dica”, continua Salvini, “perché non è una legge fatta per me, è una legge fatta per migliaia di famiglie in Italia, con la Procura di Milano che ha sequestrato diversi palazzi”. Al sindaco Sala – ha concluso – “ho dato la massima disponibilità e questa norma l’abbiamo scritta insieme. Se hanno cambiato idea, me lo dicano”.

Il Fatto quotidiano, 15 dicembre 2024
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