MILANO

Miracolo a Milano. La serrata degli uffici urbanistici (in attesa del condono)

Miracolo a Milano. La serrata degli uffici urbanistici (in attesa del condono)

Questa ci mancava: vedere il Comune di Milano che fa una serrata. Come facevano i padroni del vapore contro i loro operai. Questa volta però sono gli uffici dell’urbanistica a restare chiusi ai professionisti esterni, che non possono più entrare nelle sedi comunali a sbrigare le pratiche e a chiedere informazioni. Non possono più avere contatti con i funzionari e i dipendenti di palazzo Marino. Se si azzardano a presentarsi negli uffici, la vigilanza ha l’ordine di prelevarli e metterli alla porta.

Insorge l’Ordine degli architetti, di solito così in sintonia con l’amministrazione Sala. L’Ordine dei geometri minaccia addirittura azioni legali. La serrata è la reazione (scomposta) alle indagini della Procura di Milano che da tempo contesta illegittimità urbanistiche in cui sono coinvolti costruttori, progettisti e dipendenti del Comune.

È la Mani pulite dei grattacieli milanesi, che indaga su palazzoni a cui si da il via libera con una semplice autocertificazione, su nuove costruzioni fatte passare per “ristrutturazioni”, su edifici tirati su perfino nei cortili, su torri permesse senza disporre, come prevede la legge, piani attuativi che calcolino i servizi necessari ai nuovi abitanti che arrivano in zona. Il tutto si traduce in più cemento, ma anche in grandi sconti agli operatori, che diventano perdite milionarie per il Comune (e dunque per i cittadini).

Una reazione stizzita, infantile, inefficace, pensata non per risolvere il problema, ma per rendere la gestione degli affari edilizi a Milano così caotica da poter poi accusare la Procura di aver bloccato gli uffici e lo sviluppo della città

Negli ultimi giorni, l’inchiesta dei pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici con la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano ha, come raccontato dal Fatto, compiuto un salto: ha individuato un “sistema” in cui alcuni professionisti fanno da “facilitatori”, cioè mettono in connessione costruttori e uffici comunali. Grazie ai loro rapporti con dirigenti del settore urbanistica di palazzo Marino – sostengono i magistrati – sono in grado di decidere quali pratiche vanno avanti e quali sono invece frenate o bloccate.

Per questo, nell’indagine milanese è stato per la prima volta contestato il reato di traffico d’influenze illecite, che si aggiunge alle contestazioni urbanistiche (abuso edilizio e lottizzazione abusiva), all’abuso d’ufficio e al falso. I magistrati cominciano cioè a ipotizzare che siano tornati di moda quelli che nella Milano da bere erano chiamati “architetti da riporto”, bravi non tanto a disegnare palazzi, ma a portare a casa i permessi comunali.

Di fronte a queste contestazioni, ancora tutte da vagliare processualmente, il sindaco Giuseppe Sala e l’assessore Giancarlo Tancredi che cosa fanno? La serrata. Sbarrano gli uffici, come se questo fosse sufficiente a interrompere eventuali relazioni non limpide – nel caso, tutto da provare, che ci siano – tra professionisti e dipendenti comunali.

Una reazione stizzita, infantile, inefficace, pensata non per risolvere il problema, ma per rendere la gestione degli affari edilizi a Milano così caotica da poter poi accusare la Procura di aver bloccato gli uffici e lo sviluppo della città. In attesa del regalo di Natale che deve arrivare da Roma: la sanatoria in discussione in Parlamento. Che lavi ogni peccato, dissolva ogni reato.

Un’attesa ormai lunga e laboriosa, per alcuni un sogno che rischia di diventare un incubo. Matteo Salvini ci ha provato ma non è riuscito a inserirla in un paio di decreti governativi. La destra l’ha confezionata come proposta di legge. Sala e il Pd hanno preteso di stravolgerla trasformandola in “legge d’interpretazione autentica” che scassi le norme urbanistiche non solo per il passato ma anche per il futuro.

Il Quirinale e gli uffici giuridici dei ministeri frenano, il rischio è di varare una legge anticostituzionale; o inutile (non riesce a sanare tutte le contestazioni); o di danneggiare i conti pubblici, come teme il ministero dell’Economia: rendere legittimi per legge gli abusi milanesi – Elly! Batti un colpo! – potrebbe significare far perdere milioni di oneri urbanistici a Milano e a tutti i Com

Il Fatto quotidiano, 15 novembre 2024
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