Lezioni di giornalismo (e servizi segreti)
È imbarazzante parlare di corda in casa dell’impiccato. Se poi è l’impiccato stesso che ne parla, redivivo, l’imbarazzo diventa cabaret, o triplo salto mortale carpiato al gran circo della smemoratezza.
Succede che ieri, sulla prima pagina del Giornale, compare un articolo sul segreto di Stato posto dai servizi italiani a proposito del video trasmesso da Report il 3 maggio 2021 in cui si vede l’incontro segreto in un autogrill tra Matteo Renzi e Marco Mancini, allora numero due del Dis, l’agenzia che coordina i due servizi d’informazione italiani.
Sorprendente è che a scriverne sul Giornale sia Luca Fazzo, un giornalista che non ha mai nascosto i suoi antichi e consolidati rapporti con Marco Mancini, fin da quando da capo del controspionaggio del Sismi fu coinvolto nel rapimento di Abu Omar, indagato, processato, condannato a 9 anni per sequestro di persona e poi salvato… dal segreto di Stato.
Fazzo, in quella vicenda, fu parte in causa, perché, allora ottimo cronista di Repubblica, spifferava a Mancini in anteprima ciò che scrivevano sull’inchiesta i suoi colleghi Carlo Bonini e Peppe D’Avanzo. Per questo fu licenziato da Repubblica e poi accolto dal Giornale. E oggi ci da lezioni sui rapporti tra giornalisti e agenti segreti.
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