Arriva il condono salva-grattacieli di Salvini per Sala
Il condono edilizio di Matteo Salvini è un condono-matrioska, con una sanatoria dentro l’altra, un condono grande nascosto dietro un condono piccolo. Sì, c’è anche il maxi-condono per i grattacieli abusivi di Milano. Eppure la promessa del ministro era stata: “La legge salva-casa riguarderà soltanto piccole difformità interne alle abitazioni, magari ereditate dai nonni o dai genitori. Stiamo parlando di venti centimetri per una finestra, di un antibagno, di un soppalco, della cameretta del bimbo o di una veranda. Non riguarda villoni, ma piccole irregolarità che stanno bloccando milioni di appartamenti in tutta Italia”.
Invece nel provvedimento che sarà pronto a fine mese stanno infilando anche le norme per salvare i grandi, grandissimi abusi edilizi sotto inchiesta da qualche mese a Milano. La Procura ha aperto indagini su palazzi e grattacieli costruiti come “ristrutturazione” di piccoli edifici preesistenti completamente abbattuti; su nuove edificazioni permesse con una semplice “Scia” (segnalazione certificata d’inizio attività) e senza il “piano attuativo”, che dovrebbe invece assicurare che con l’arrivo di nuovi abitanti in un’area siano garantiti gli “standard” e i servizi necessari ai cittadini (verde, strade, trasporti, asili, fognature); sul fatto che gli operatori, secondo la Procura, pagano alla città oneri urbanistici (le “monetizzazioni degli standard”) nella misura di un quarto rispetto a quanto dovrebbero.
È il “Rito Ambrosiano”, che aggirando le leggi ha sì attirato grandi capitali in città, producendo immensi profitti per i fondi immobiliari e gli operatori, ma ha “londrizzato” Milano, ha reso altissimo il costo della vita e dell’abitare, ha espulso 400 mila milanesi dalla città, ha sottratto ai cittadini 500 milioni (in mancati oneri urbanistici e sottovalutazione delle monetizzazioni degli standard).
La Procura di Milano, grazie al coraggio di magistrati come Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, coordinati da Tiziana Siciliano, ha avviato da qualche mese una sorta di Mani pulite dei grattacieli abusivi, scoprendo una decina di casi (per ora) di grandi abusi edilizi. Iscritti nel registro degli indagati sono (per ora) alcune decine di operatori, progettisti, costruttori, ma anche funzionari e dipendenti del Comune di Milano, indagati a vario titolo per abuso edilizio, lottizzazione abusiva, falso e abuso d’ufficio.
Il sindaco Giuseppe Sala ha ammesso che sono almeno 150 a Milano le operazioni in corso che hanno caratteristiche simili a quelle sotto indagine. Ma invece di rallegrarsi per la possibilità di tornare alla legalità e di recuperare almeno una parte del mezzo miliardo perso a causa dell’urbanistica di Rito Ambrosiano, si è giustificato sostenendo che le norme urbanistiche sono “controverse”, segnate da “incertezze interpretative”. E ha paventato “il blocco dell’edilizia”, la “paralisi degli investimenti immobiliari in città”, la “fine dello sviluppo di Milano”. Insieme a lui, tutto il coro dei costruttori, degli operatori, degli sviluppatori.
Il grido di dolore bipartisan del partito del cemento facile è arrivato fino a Roma, grazie al sottosegretario leghista alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli che ha fatto la spola tra Roma e Milano, incontrando il procuratore Marcello Viola e i costruttori riuniti dalla presidente di Assimpredil Ance, Regina De Albertis. E ora Salvini si è mosso, promettendo il condono grande dentro il condono piccolo, la norma salva-grattacieli, il colpo di spugna per bloccare la Mani pulite degli abusi urbanistici, prima che questa possa contagiare altre città. Altro che sanare una finestra o un soppalco: qui si vogliono salvare i profitti milionari e lasciare senza giustizia i milanesi danneggiati e impoveriti da Grattacielo Selvaggio.
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