POLITICA

Ignazio, basta con gli abbracci. Rispetta Liliana Segre

Ignazio, basta con gli abbracci. Rispetta Liliana Segre

di Gad Lerner /

Ignazio Benito La Russa cerca di usare Liliana Segre, che ha il senso delle istituzioni, dunque accetta di stare accanto al presidente del Senato della Repubblica, ma non gradisce gli sguaiati saluti e abbracci di chi tiene in casa i busti di Mussolini. Un articolo di Gad Lerner sul Fatto quotidiano

Spiace che Ignazio La Russa non abbia il buon gusto di accettare le ragioni, più volte a lui manifestate, anche in sede privata, che rendono a Liliana Segre spiacevole l’essergli accostata. Pur nel meticoloso rispetto dei ruoli istituzionali e del protocollo che la senatrice a vita dimostrò a Palazzo Madama quando in avvio di legislatura vi fu tra loro uno stridente passaggio di consegne.

E che si è ripetuto alla Prima della Scala, dopo che La Russa si era detto pronto a scendere dal palco reale in platea pur di starle seduto accanto. Situazione rimediata come sappiamo dalla diretta interessata, cui non difettano spirito democratico e senso dello Stato, ma che avrebbe fatto volentieri a meno di ostentazioni quali mazzi di fiori, baci e abbracci imbarazzanti.

Non occorre scavare nelle biografie così drammaticamente distanti fra i due per ricordare episodi anche recenti dell’ostilità manifestata alla testimone di Auschwitz dal partito di La Russa. Quando FdI votò contro l’istituzione di una “Commissione parlamentare per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza”, da lei proposta, insinuando che essa avrebbe minacciato la libertà d’opinione.

E quando più volte FdI e lo stesso La Russa le sbatterono in faccia la momentanea scelta di militanza a destra del defunto marito, ricordo per lei doloroso e comunque incongruo. Liliana Segre trovò garbatamente il modo di indurli a smetterla.

Si può chiedere a una testimone della memoria di passarci sopra e far finta di nulla, sol perché un presidente del Senato, uomo di potere, specializzato in grottesco revisionismo storico a difesa del proprio passato, trova oggi conveniente manifestarle devozione? E lo fa con la prepotenza gestuale e verbale che da sempre lo contraddistingue?

Non è solo Liliana Segre, ma con lei la maggioranza dei milanesi, a vivere con disagio il ritrovarsi La Russa eletto alla seconda carica dello Stato. Alla Scala lui può far finta di non sentire e non capire, ma impari almeno a trattenersi.

L’inno nazionale alla Prima della Scala, il 7 dicembre 2023

Il lungo applauso a Liliana Segre

Il Fatto quotidiano, 9 dicembre 2023
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