Fascisti su Lucca. La mostra su Puccini? L’organizza l’uomo di Casa Pound
Mentre Milano si prepara alla Prima della Scala, Lucca progetta una grande mostra su Giacomo Puccini, per celebrare degnamente il centenario della morte del Maestro, lucchese illustre. Sarà una mostra venata di nero. Perché a realizzarla sarà Simone Pellico. Chi è costui? Uno studioso pucciniano? Un appassionato melomane? No: è un esponente di Casa Pound che ha il merito di essere amico e collaboratore di Fabio Barsanti, assessore comunale “con delega a sport, edilizia sportiva, frazioni, protezione civile e patrimonio delle ex circoscrizioni”, nonché ascoltato collega di giunta dell’assessore alla cultura, Mia Pisano.
Il Comune di Lucca ha approvato il progetto di Pellico a velocità supersonica: presentato l’11 novembre, 13 giorni dopo l’assessora Pisano lo porta in giunta, che lo approva indicando come sede della mostra l’ex Cavallerizza. Chi è Pellico? Avvocato e giornalista. Organizzatore di eventi. Ma soprattutto militante di Casa Pound, collaboratore de Il Primato Nazionale, il giornale di Casa Pound, e tra gli autori del libro Civiltà del lavoro (edito dalla casa editrice di Casa Pound) dove firma il capitolo sulla “Carta del lavoro”, il documento che contiene i principi sociali del fascismo, la dottrina del corporativismo, l’etica del sindacalismo fascista e la politica economica del regime.
Non si trovano sue pubblicazioni su Puccini, né sul bel canto. Ma Pellico, dopo aver militato con Barsanti nella Fiamma Tricolore, nel 2008 ha fondato Casa Pound-Lucca. Nel 2013, Pellico e Barsanti si candidano insieme alla Camera, sotto il simbolo di Casa Pound. Flop. Va meglio nel 2022: la lista di destra “Difendere Lucca” va bene, Pellico è il coordinatore della campagna elettorale e l’amico Barsanti è nominato assessore dal sindaco vincente, Mario Pardini. Ora Pellico viene ringraziato, diventando il curatore della mostra su Puccini per meriti certamente più politici che musicali.
In città è scoppiata la polemica, ma il sindaco Pardini difende Pellico: “Il suo è un progetto di alto spessore culturale. Ha riscontrato l’approvazione di enti culturali locali e nazionali, gli unici in grado di esprimere un parere sulla valenza scientifica della mostra. È stato informato del progetto anche il ministero dei Beni culturali. Dispiace che a finire nella centrifuga dell’opposizione ideologica siano progetti di alto profilo culturale e venga gettato fango su un’operazione virtuosa”.