GIUSTIZIA

Condannato Davigo per i verbali segreti di Amara

Condannato Davigo per i verbali segreti di Amara

Condannato a 1 anno e 3 mesi: Piercamillo Davigo, magistrato noto per aver fatto parte del pool Mani pulite, poi per dieci anni giudice in Cassazione e a fine carriera membro del Consiglio superiore della magistratura, è stato giudicato colpevole dal Tribunale di Brescia (competente a giudicare i magistrati di Milano) del reato di rivelazione di segreto d’ufficio. La pubblica accusa aveva chiesto una condanna di 1 anno e 4 mesi. “Faremo appello”, hanno annunciato Davigo e il suo difensore, l’avvocato Francesco Borasi. La sentenza stabilisce che Davigo, a cui sono state riconosciute le attenuanti generiche, dovrà anche risarcire con 20mila euro Sebastiano Ardita, il magistrato che si era costituito parte civile nel processo.

Questa è la conclusione (provvisoria) di una vicenda iniziata nei primi mesi del 2020, quando Piero Amara, influente e ben remunerato avvocato dell’Eni, arrestato per altri motivi, aveva raccontato ai magistrati della Procura di Milano l’esistenza di una potente associazione massonica segreta, chiamata a suo dire “loggia Ungheria”. Ne fanno parte, giura Amara, oltre 70 tra politici, magistrati, funzionari dello Stato, imprenditori, avvocati, banchieri, alti prelati vaticani, generali dei carabinieri e della Guardia di finanza. I verbali degli interrogatori vengono raccolti dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dal sostituto procuratore Paolo Storari e subito segretati. Nei mesi seguenti, Storari si convince che i suoi colleghi, l’aggiunta Pedio e l’allora procuratore Francesco Greco, non vogliono approfondire le indagini e tardano a iscrivere Amara e altri nel registro degli indagati.

Ecco che entra allora in campo Davigo: Storari gli chiede consiglio e aiuto e gli consegna una copia informale dei verbali segreti. Davigo lo rassicura che non compie alcun reato nel passargli quei documenti, perché fa parte del Csm, a cui non è opponibile alcun segreto.

Ripresa l’attività del Csm a Roma dopo il lockdown, Davigo informa della vicenda i vertici del Csm. Ne parla con l’allora procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, il presidente della Suprema corte Pietro Curzio, il vicepresidente del Csm David Ermini, alcuni consiglieri (Giuseppe Marra, Giuseppe Cascini, Ilaria Pepe, Fulvio Gigliotti e Stefano Cavanna), le sue due segretarie al Consiglio (Marcella Contrafatto e Giulia Befera) e il presidente della Commissione parlamentare antimafia (il senatore Nicola Morra), per spiegargli come mai ha rotto i rapporti con un magistrato che gli era amico, Sebastiano Ardita, che secondo Amara fa parte della “loggia Ungheria” insieme a un altro consigliere del Csm, Marco Mancinetti.

Ecco perché – spiega Davigo – “non ho violato alcun segreto: ho informato persone tutte tenute al segreto, nessuna delle quali ha sollevato obiezioni o mi ha chiesto di presentare una denuncia ufficiale”. Lo ha fatto in maniera informale – ha poi aggiunto – perché una denuncia formale avrebbe fatto conoscere i contenuti dei verbali segreti anche ai due componenti del Consiglio indicati da Amara come appartenenti alla loggia Ungheria: “Ho agito dunque nelle uniche forme consentite dalla particolarità della situazione”. I giudici di Brescia non hanno accolto questa spiegazione.

Lo scandalo era scoppiato e diventato pubblico quando i verbali segreti di Amara erano arrivati in forma anonima a due giornali, il Fatto e poi Repubblica.

Intanto, Amara è stato giudicato non credibile, l’esistenza della “loggia Ungheria” non provata, diffamatorie le sue dichiarazioni su Mancinetti e Ardita. Paolo Storari, come Davigo accusato di rivelazione di segreto, è stato giudicato con il rito abbreviato ed è stato assolto in primo grado e in appello. Nei mesi scorsi, anche Greco e Pedio sono stati indagati e prosciolti dalla Procura di Brescia. Davigo aveva scelto di essere giudicato con rito ordinario e ora è arrivata per lui la condanna in primo grado, con motivazioni che arriveranno entro trenta giorni.

Il Fatto quotidiano, 21 giugno 2023
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