Silvio Berlusconi, eroe delle tasse e benefattore del fisco italiano. È Alessandro Sallusti, il direttore di Libero, a celebrarlo così, nella puntata del 2 giugno di Otto e mezzo su La 7. A Stefano Feltri, che aveva accennato alla condanna per frode fiscale dell’ex presidente del Consiglio, Sallusti replica: “Tu prima hai detto siamo stati governati da un evasore fiscale, e puoi dirlo perché Berlusconi è stato condannato per evasione fiscale. Ti faccio però presente che se tutti pagassero le tasse come Berlusconi, avremmo risolto più di metà dei problemi”.
Ribatte Stefano Feltri: “Certo, se tutti fossimo miliardari avremmo risolto un sacco di problemi”. Sallusti: “In quegli anni Berlusconi era il primo contribuente italiano”. Feltri: “Quindi poteva pagare solo quello che gli pareva a lui?”. Sallusti: “Nel momento in cui tu paghi in quell’anno 880 milioni di tasse e ti contestano 3,5 milioni, beh certo tu puoi tecnicamente dire… ma capisce che stiamo dicendo una cazzata colossale?”.
Colossale. Davvero. Perché le cose non sono affatto andate come sostiene Sallusti. Berlusconi è stato condannato con sentenza definitiva a 4 anni di reclusione, per frode fiscale, per aver nascosto per anni cifre imponenti al fisco italiano e agli altri azionisti di Mediaset. La condanna ricevuta nel 2013 riguarda “solo” 7,3 milioni di euro: che sono comunque più del doppio dei 3,5 milioni buttati lì da Sallusti. E sono stati occultati negli anni 2002 e 2003. Ma altri 6,6 milioni erano stati occultati all’erario nel 2001, cancellati però dalla prescrizione già prima della sentenza d’appello.
Comunque le cifre della frode erano ben più consistenti: in totale – scrivono i giudici – “le maggiorazioni di costo realizzate negli anni” e occultate all’erario sono ben “368 milioni di dollari”. “Occultate”: o forse – secondo la nuova religione civile meloniana – salvate e strappate al “pizzo di Stato”.