La strana gita degli 007 sul lago Maggiore e l’“esfiltrazione” degli agenti del Mossad
Sono stati tutti subito interrogati dai carabinieri, i 19 sopravvissuti al naufragio della house boat che domenica 28 maggio si è rovesciata nel lago Maggiore, non lontano da Sesto Calende. Tutti hanno dato risposte fotocopia: “Sono un funzionario della presidenza del Consiglio”, hanno dettato a verbale i sei italiani. “Faccio parte di una delegazione governativa israeliana”, hanno fatto eco i dodici cittadini d’Israele.
Erano tutti agenti segreti, i 21 passeggeri della strana gita sul lago a bordo della “Gooduria”, la barca condotta da Claudio Carminati, che ci viveva con la sua compagna, la russa Anya Bozhkova. Gli italiani appartenevano all’Aise, il servizio d’informazioni per l’estero. Com’è noto, quattro non ce l’hanno fatta: le due donne del gruppo, Anya Bozhkova e Tiziana Barnobi, rimaste imprigionate dentro l’imbarcazione che si è capovolta e poi è affondata, e due uomini, l’italiano dell’Aise Claudio Alonzi e l’israeliano Erez Shimoni, già appartenente al Mossad.
Sulla barca dunque – raccontano le relazioni dei carabinieri ai magistrati – c’erano 13 israeliani e 8 italiani, tutti agenti segreti, oltre a Carminati e alla sua compagna. I militari dell’Arma li hanno ascoltati tutti, uno per uno, al pronto soccorso dove erano stati portati dopo il naufragio. Hanno acquisito le schede mediche che per tutti segnalavano “ipotermia” e “contusioni”. Ma tutti sono rapidamente scomparsi: con un’operazione che in gergo militare si chiama “esfiltrazione”, gli israeliani sono stati riportati nel loro Paese e anche gli italiani hanno subito lasciato l’ospedale. Sulle cartelle mediche dei morti, una sola parola: “Annegamento”.
La Procura di Busto Arsizio, competente per ciò che accade nel breve tratto di lago tra Sesto Calende e Lisanza, ha aperto un’inchiesta per naufragio colposo e omicidio colposo: iscritto nel registro degli indagati è Claudio Carminati, 53 anni, proprietario della house boat. Il procuratore Carlo Nocerino e il sostituto Massimo De Filippo stanno verificando se errori e imperizie possano avere aggravato con concause colpose la situazione provocata da una improvvisa tromba d’aria nel pomeriggio di domenica. Ma sono pronti anche a interrogare di nuovo tutti, se servisse: compresi gli stranieri, per rogatoria.
La vicenda sembra tanto l’inizio di una spy-story internazionale. Una barca si rovescia in un lago italiano durante una tempesta. Ventitre persone sono scaraventate nell’acqua livida, quattro di loro muoiono. I passeggeri sono tutti 007 e lo skipper è persona di fiducia delle agenzie d’informazione. Ma è solo la conseguenza di un improvviso, violentissimo temporale, si affrettano a spiegare gli investigatori.
La Procura dovrà solo verificare se può costituire reato il fatto che la barca, omologata per 15 passeggeri, ne portava invece 21. E se sia stato imprudente Carminati a proseguire il viaggio anche dopo che il tempo si era guastato. Era partito la mattina di domenica dal cantiere Piccaluga di Sesto Calende e aveva raggiunto l’Isola dei Pescatori, una delle Borromee. Alle 17 la “Gooduria” era ripartita per tornare al cantiere Piccaluga. Al largo di Angera, Carminati aveva chiamato il cantiere, preoccupato per i nuvoloni neri che si stavano accumulando in cielo. Ma avrebbe avuto il via libera dai suoi interlocutori a terra. Invece la buriana è stata improvvisa e fortissima, tanto da provocare il rovesciamento della barca.
Per chiudere il cerchio della spy-story che ha attirato verso il lago Maggiore l’attenzione di molti media internazionali da più continenti, bisognerebbe sapere che cosa ci facessero 21 agenti segreti del Mossad e dell’Aise in gita comune sul Verbano. Era davvero una festa tra vecchi amici, una gita sul lago per un compleanno? O un incontro di lavoro in una location insospettabile come le Isole Borromee?
Queste domande, naturalmente, sono fuori dal perimetro investigativo della Procura di Busto e sono destinate a restare senza risposte certe. Negli annali resterà solo un inaspettato comunicato di Alfredo Mantovano, l’uomo di Giorgia Meloni per i servizi segreti, che rivela i nomi dei due morti italiani dell’Aise. E il ricordo nero di una gita al lago finita nel peggiore dei modi.