Caro Michele Serra, ti scrivo questa letterina augurale di fine anno per complimentarmi con te: l’anno nuovo porterà a tutti noi un dono che tu hai più volte chiesto. La riforma dell’abuso d’ufficio. E poiché tu sei lo spiritoso spirito guida di tanti che “a sinistra” ti leggono e ti apprezzano, questa letterina non te la mando con il francobollo, o via email, ma la pubblico su un giornale, aperta anche a loro.
Dell’abuso d’ufficio tu hai scritto più volte, spinto dalla tua generosità in difesa dell’ex sindaco di Lodi Simone Uggetti, prima condannato, poi assolto e ora in attesa di un nuovo processo, dopo che la Cassazione ha cancellato la sua assoluzione. “Bisogna proprio essere accecati dallo zelo punitivo”, hai scritto, “per non capire che il reato di abuso d’ufficio, così com’è o come viene applicato, è una pistola puntata alla tempia dei sindaci. E farebbe dunque bene, il governo Meloni, a mettere per davvero mano alla questione”.
Hai definito Uggetti “tipica vittima di una giustizia resa cieca dal sospetto”. E hai ricordato “il vero e proprio ‘terrore della firma’ che paralizza gli uffici pubblici”, con una moltitudine di sindaci in preda al panico quando la segretaria chiede loro di firmare anche gli auguri di Natale. Concludendo: “riformare l’abuso d’ufficio è un modo per invertire la rotta”.
Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi nel 2023 ti accontenteranno, con il sostegno anche del Pd, o di una parte di esso. Io vorrei però sommessamente ricordarti un paio di cosette. La prima è che, come spiega il magistrato Nicola Gratteri, “l’abuso d’ufficio è un reato spia”, che spesso segnala reati più gravi come la corruzione o la concussione. “Non vorrei che alcuni sindaci scegliessero di usare il Comune come casa propria”, avverte Gratteri. “Se i sindaci vogliono favorire il parente o l’amico è giusto che gli arrivi l’avviso di garanzia”. Comunque l’abuso d’ufficio è già stato “riformato”, tanto che oggi è quasi impossibile condannare qualcuno contestandogli questo reato. Dunque il “terrore della firma” proprio non c’è, per chi fa il sindaco senza “aggiustare” gli atti amministrativi e senza favorire amici, parenti o finanziatori generosi.
La seconda cosetta che vorrei ricordarti, caro Michele, è questa: Uggetti non è stato indagato, arrestato e processato per abuso d’ufficio, ma per aver truccato la gara per la gestione delle piscine comunali di Lodi (il reato si chiama “turbata liberà degli incanti” o “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente”): Uggetti ha scritto un bando su misura per far vincere l’azienda che voleva favorire, la Sporting Lodi, anzi, lo ha fatto scrivere direttamente dal responsabile di quell’azienda.
“Fu consentito a un soggetto terzo, il principale soggetto interessato a quel procedimento, di incidere, di condizionare, di determinare il contenuto del bando, di mutare in più occasioni le bozze”, “di quantificare i punteggi dei singoli criteri presi in considerazione”. Così scrive la Cassazione, ricordando fatti documentalmente accertati. Se vuoi salvare Uggetti, caro Michele, devi chiedere a Giorgia Meloni di cambiare o cancellare, oltre all’abuso d’ufficio, anche la turbativa d’asta.
L’effetto sarà quello di garantire l’impunità ai sindaci, agli amministratori e ai politici che si fanno gli affari loro invece di fare gli interessi dei cittadini. Già per i soldi europei del Pnrr si sono allentati i controlli, e le cricche affaristiche, criminali e anche mafiose hanno già le forchette in mano per banchettare, ci ha avvertito la magistrata antimafia Alessandra Dolci.
Il governo Meloni completerà l’opera. Duro con i deboli, debole con i forti, promette per il 2023 la restaurazione della nuova Tangentopoli, ma senza più gli strumenti ai magistrati per far nascere una nuova Mani pulite. Così non correrai più il rischio di ripetere quel titolo meraviglioso di Cuore di cui ti sei da tempo pentito: “Scatta l’ora legale, panico tra i socialisti”. Buon anno, Michele.
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