Eni non vuole più patteggiare per il silenzio di Amara
C’è un patteggiamento fantasma nei procedimenti Eni alla Procura di Milano. Il 5 ottobre la giudice Anna Magelli ha tenuto l’udienza per chiudere un patteggiamento chiesto da Eni e accettato dalla Procura. Riguardava la contestazione dei pm a Eni di aver fatto “intralcio alla giustizia” mettendo a tacere l’avvocato Piero Amara con 307 mila euro ricevuti nel 2018 (quand’era detenuto) dalla società Napag, dopo che questa aveva ricevuto un prestito di 25 milioni da Ets, controllata Eni.
Dopo le indagini su Ets, Eni aveva licenziato i dirigenti e chiuso la società. Ad aprile 2022 Eni chiede il patteggiamento e apre un conto su cui far affluire poco meno di 1 milione di euro, come risarcimento del danno. Ma poi cambia linea (forse dopo aver visto trasferire a Brescia gli atti d’indagine che riguardano Amara): non versa sul conto già acceso il milione previsto e chiede alla giudice la revoca del patteggiamento. Non più revocabile, dopo aver avuto il consenso del pm, ma non più accettabile, visto il mancato pagamento.