Ora “Berlusconi” resta in mutande (e la politica non c’entra)
Il marchio Berlusconi, malgrado gli struggenti Tik tok, è in calo, si sa. Ma l’ex presidente del Consiglio il mese prossimo potrebbe restare addirittura in mutande. No, non è una metafora e non c’entrano le elezioni e il voto dei cittadini il 25 settembre. Parliamo di mutande reali, mutande di marca. E di un procedimento – non giudiziario, questa volta – aperto presso lo Euipo. La sigla significa European Union Intellectual Property Office e designa l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale. Ha sede ad Alicante, in Spagna, ed è il luogo dove chiunque, anche online, può depositare un marchio per proteggerne la proprietà intellettuale in Europa.
Silvio Berlusconi ha bussato alle porte di quell’ufficio nel 2016, quando ha attivato un grande studio milanese specializzato in marchi e brevetti, Perani & Partners. Nel 2017, i professionisti dello studio, a nome del presidente di Forza Italia, hanno chiesto a Euipo la registrazione del marchio “Berlusconi”. Nome noto in Italia e nel mondo, quanto e più di “mi consenta” e “bunga-bunga”, da quell’anno è diventato anche un vero e proprio marchio protetto.
È stato registrato per molte centinaia di voci e categorie merceologiche, che possiamo qui riportare scegliendone solo alcune da un interminabile elenco: dai “pettini” alle “lozioni per capelli”, dal “mascara” e “eyeliner” alle “tinture per barba”, dai “salvadanai” ai “portamonete”, dagli “apri-ostriche” alle “baionette”, dai “lingotti di metalli preziosi” agli “ornamenti in ambra nera”, dalle “bandane” agli “zerbini”, dal “tiro al piccione” ai “telai per seghe a mano”. E poi “cigarillos”, “bastoncini d’incenso”, “prodotti veterinari”, “apparecchi per la depilazione”, “rasoi”. E ancora: “apparecchi e denti artificiali”, “gonne” e “giarrettiere”, “membra artificiali”, “carrozzine e passeggini”, “squadre” e “compassi” (possono tornare utili), “pennelli” e “giornali a fumetti”, “ombrelli” e “ombrelloni”, “museruole” e “abbigliamento per animali domestici”, “fruste” e “cordoni”, “spazzolini da denti” e “presine da forno”, “minigonne” e “costumi da bagno”, “lenzuola” e “materassi gonfiabili”, “bambole” e “bastoni per majorettes”, ma anche “carne”, “pesce” e “surgelati”, “palle antistress”, “bevande alcoliche e analcoliche”, “sigari” e “bocchini”.
Chi vuole, può andare sul sito Euipo e leggere l’elenco completo, lunghissimo, meticoloso ed esilarante, dei prodotti e servizi che lo studio Perani & Partners ha stilato, evidentemente per evitare che furbi, concorrenti, pirati o avversari beffardi potessero usare il marchio “Berlusconi” per chiamare così, per esempio, una “pompa gonfia palloni” o un “cappellino in carta per le feste”, un “reggicalze da uomo” o un “reggiseno”, oppure un “bocchino”.
L’ufficio europeo per i marchi e brevetti ha però una regola: la registrazione può decadere dopo cinque anni, se nel frattempo non si è realizzato il prodotto che si era voluto proteggere. Ne ha approfittato un personaggio misterioso, che nel febbraio 2022 ha rivolto a Euipo una domanda di decadenza per uno solo dei mille prodotti protetti da Berlusconi, registrato alla classe merceologica 28 (“Giocattoli”) della classificazione europea: “Oggetti con cui si fanno scherzi” (in inglese, practical jokes, novelties). Poiché Berlusconi non si è opposto alla richiesta, il 29 luglio 2022 l’Ufficio europeo ha accolto la richiesta. Da oggi è dunque possibile commercializzare in Europa prodotti con il marchio “Berlusconi”, purché siano “oggetti con cui si fanno scherzi”, practical jokes.
Dopo aver incassato il primo successo, però, il misterioso ricorrente è tornato alla carica e ad agosto ha presentato una nuova domanda di decadenza: questa volta, non per una sola tipologia, ma per tutti i prodotti e servizi che erano stati protetti nel 2017. Tutti, in verità, tranne uno. Facendo un lungo lavoro di sottrazione dall’elenco presentato agli uffici Euipo, si scopre qual è l’unico prodotto che potrà restare protetto dagli uffici europei. Classe 25 (“Abbigliamento”), tipologia: “Mutande”. Silvio resterà dunque l’unico a poter produrre e commercializzare mutande con marchio “Berlusconi”.
Il marchio ora è libero: più Berlusconi per tutti
Restano aperti due problemi. Il primo riguarda la possibile reazione del presidente di Forza Italia: Euipo a metà ottobre prenderà la sua decisione e non potrà che accogliere la richiesta del ricorrente, decretando la decadenza per non uso delle centinaia di registrazioni di prodotti “Berlusconi”. Così lascerà Silvio in mutande. Ma esiste la possibilità che da Arcore parta un’opposizione, un ricorso. Non alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo – questa volta – ma sempre allo European Union Intellectual Property Office di Alicante.
In caso di ricorso, i tempi per la decisione si allungherebbero. Ma comunque con la quasi certezza della decadenza, poiché è improbabile che Silvio riesca a presentare ad Alicante, tutti marchiati “Berlusconi”, “alimenti per neonati”, “accette”, “braccioli da nuoto”, “imbragature per passeggini”, “lingotti di metalli preziosi”, “carta carbone”, “pelli di animali da macelleria”, “bastoncini per cocktail” e le altre centinaia di prodotti registrati nel 2016-17.
Il secondo problema: chi è il misterioso personaggio che ha fatto due volte ricorso, a febbraio per togliere a Silvio gli “oggetti con cui si fanno scherzi” e ad agosto tutto il resto, tranne le “mutande”? Sappiamo soltanto che si chiama Brenno Bianchi, viene da Prato, vive a Milano. Imprenditore, studi in Giurisprudenza, passione per i libri. È lui che, nell’estate del 2022, ha liberato e liberalizzato il marchio “Berlusconi”. Una silenziosa riforma liberale. Un contributo a rendere più libero il mercato: più Berlusconi per tutti.