La Procura generale di Bologna sta indagando sull’omicidio di Piersanti Mattarella, il leader della Dc siciliana legatissimo ad Aldo Moro ucciso a Palermo il 6 gennaio 1980. Lo ha fatto intendere il sostituto procuratore generale Umberto Palma, nell’udienza di ieri del processo ai mandanti della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna.
Durante la sua testimonianza in aula, l’ex magistrato Giuliano Turone stava accennando all’omicidio Mattarella. “Noi ci troviamo in grande difficoltà su questo tema”, lo ha interrotto Palma, “perché c’è un’indagine ancora aperta, noi sappiamo moltissimo ma non possiamo dire una parola”. A questo punto è intervenuto il presidente della Corte d’assise, Francesco Maria Caruso: “Tralasciamo il caso Mattarella rispetto agli sviluppi, perché ci sono indagini in corso”.
Il fatto che sia la Procura generale bolognese a indagare su un omicidio commesso a Palermo suggerisce che gli investigatori ritengano quel reato siciliano strettamente connesso alla strage di Bologna. Come esecutori materiali dell’omicidio Mattarella sono già stati indagati e processati Valerio Fioravanti e Gilberto Cavallini, due degli esecutori della strage di Bologna (il primo condannato in via definitiva, il secondo in primo grado).
Nel 1995 Fioravanti e Cavallini sono stati però assolti per l’omicidio Mattarella, mentre sono stati condannati all’ergastolo, come mandanti, i boss di Cosa nostra Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Bernardo Brusca, Giuseppe Calò Francesco Madonia e Nené Geraci. Una nuova indagine è stata riaperta nel 2018 a Palermo, nell’ipotesi di possibili collegamenti tra Cosa nostra e terrorismo nero.
Ora anche la Procura di Bologna sembra attiva sul caso, in evidente connessione alla strage della stazione, eseguita dai neofascisti del gruppo di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro. Il processo ora in corso a Bologna ha come imputato Paolo Bellini, neofascista in contatto con apparati dello Stato e uomini di Cosa nostra durante il periodo stragista del 1992-93, e ipotizza come mandanti Licio Gelli, il capo della loggia P2, e il prefetto Federico Umberto D’Amato, a lungo direttore dell’Ufficio affari riservati del ministero dell’Interno.
Nell’udienza di ieri sono stati ascoltati tre ex magistrati, Giuliano Turone, Leonardo Grassi e Claudio Nunziata, che hanno indagato su P2, eversione nera e apparati dello Stato, continuando a fare ricerche su quei fenomeni come studiosi, anche dopo la fine delle loro indagini. (Il Fatto quotidiano, 27 gennaio 2022)
La replica della Procura generale
In qualità di Procuratore generale facente funzioni, chiedo l’immediata rettifica dell’articolo di ieri: “Omicidio Mattarella, c’è l’inchiesta a Bologna. La rivelazione durante il processo sulla strage”. In particolare, smentisco che la Procura generale di Bologna stia procedendo alle indagini riguardanti l’omicidio Mattarella.
Lucia Musti, procuratore generale f. f. di Bologna
Prendo atto della smentita della Procura generale di Bologna. Ma chiunque può riascoltare la registrazione dell’udienza di mercoledì del processo sulla strage e sentire al minuto 3.25.00 le esatte parole riportate nell’articolo: “Noi ci troviamo in grande difficoltà su questo tema, perché c’è un’indagine ancora aperta, noi sappiamo moltissimo ma non possiamo dire una parola”.
G.B.
(Il Fatto quotidiano, 28 gennaio 2022)