Eni, con periodare faticoso, attacca Recommon e la libertà d’informazione
L’ufficio legale di Eni attacca Recommon, sostenendo che l’ong anticorruzione e il suo rappresentante Antonio Tricarico non possono essere degni interlocutori del servizio pubblico televisivo italiano. La compagnia petrolifera ha inviato una lettera a Report, protestando preventivamente contro l’intervista a Tricarico annunciata per la puntata del programma di Rai3 andata in onda ieri sera. “Non si comprende la rilevanza (al di là della legittimazione, competenza o autorevolezza dell’interlocutore che Report intende assegnare ad Antonio Tricarico al punto da eleggerlo quale interlocutore di un servizio pubblico) dei commenti rispetto alla reputazione di Eni, se non per danneggiarla senza legittimo motivo”: così, con periodare faticoso, scrive Eni al programma di Rai3.
Reagisce Recommon, ricordando di essere tra le ong che hanno dato origine, con un esposto alla Procura di Milano, alle indagini sulla presunta corruzione internazionale di manager Eni in Nigeria (il processo di primo grado si è concluso con assoluzioni). “Recommon ritiene inqualificabili i toni e il merito della comunicazione inviata dal direttore dell’ufficio legale dell’Eni e denuncia l’intimidazione con intento diffamatorio rivolta nei confronti di Recommon e del suo rappresentante. È in atto un grave attacco alla libertà di stampa da parte della più importante multinazionale italiana”, scrive Recommon, che chiede “la solidarietà dei media e della società civile”.
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