A luglio 2019 era un missile aria-aria Matra, in uso alle forze armate del Qatar, pronto a “uccidere” Matteo Salvini. Oggi si scopre che era un oggetto inoffensivo, un “forse bizzarro complemento d’arredo”. Se gli sceneggiatori di 007, dopo l’ultima fatica arrivata nelle sale, fossero a corto di idee, per il prossimo film potrebbero attingere da questa storia. Stando però ben attenti che la vicenda del missile per Salvini inizia grande spy story internazionale, ma finisce saga sgangherata, tipo Una pallottola spuntata.
L’ultima parola, per ora, l’ha scritta il giudice dell’indagine preliminare di Milano Roberto Crepardi, chiudendo con una bella archiviazione una lunga inchiesta rimbalzata, tra il luglio 2019 e l’autunno 2021, da Torino a Pavia, da Pavia a Milano. Al termine di una accurata perizia realizzata da esperti di armi da guerra, “non vi è dubbio” che il missile che doveva far fuori Salvini “pur originariamente classificabile come arma da guerra, sia stato sottoposto a procedure di disattivazione in altro Paese, all’esito delle quali lo stesso ha perso tutto l’enorme potenziale bellico ed è divenuto del tutto inidoneo a recare offesa alla persona”.
Prosciolti dunque i cinque indagati, perché “il fatto non sussiste”. Tra loro, anche Fabio Del Bergiolo, ex ispettore delle Dogane ed ex candidato al Senato per Forza Nuova, che aveva tentato di vendere il missile per 470 mila euro. Nel luglio 2019, Salvini era ministro dell’Interno ed era assediato dalle accuse sui finanziamenti alla Lega del Russiagate (mai arrivati).
Il nazista Del Bergiolo fu arrestato dopo una segnalazione arrivata al ministro dell’Interno da un ex agente del Kgb, che lo mise in allarme a proposito di un attentato che un gruppo di nazionalisti ucraini stava organizzando contro di lui. Salvini allora aveva dichiarato: “L’ho segnalato io. Era una delle tante minacce di morte che mi arrivano ogni giorno. I servizi segreti parlavano di un gruppo ucraino che voleva attentare alla mia vita. Sono contento sia servito a scoprire l’arsenale di qualche demente. Penso di non aver mai fatto niente di male agli ucraini, ma abbiamo inoltrato la segnalazione e non era un mitomane. Non conosco filo-nazisti. E sono contento quando beccano filo-nazisti, filo-comunisti o filo chiunque”. Ma oggi siamo tutti più sereni: Salvini non è più ministro dell’Interno e il suo missile era una pallottola spuntata.