Processo Ruby 3. Silvio chiama, Barbara non risponde
È sul piede di guerra, Barbara. “Il giorno dopo la mia presenza in Tribunale, ho ricevuto una telefonata da Berlusconi che mi invitava ad Arcore”: così racconta Barbara Guerra; “io ho rifiutato l’invito dicendo che, se voleva, poteva contattare i miei legali. I toni di Silvio non erano molto amichevoli”. All’udienza di ieri del processo Ruby ter, la ragazza – già assidua ospite alle feste del bunga-bunga ad Arcore – ha ribadito la sua linea d’attacco. Vuole spiegare anche in Tribunale che quelle riunioni del 2010 non erano “cene eleganti”.
All’udienza precedente, quella del 6 ottobre, aveva dichiarato: “Eleganti? Mi viene da ridere, non scherziamo”. E ancora: “Ci ha rovinato la vita. Non troviamo più lavoro per colpa sua”. Ventiquattr’ore dopo, era arrivata la telefonata di Berlusconi e l’invito ad Arcore. Rifiutato. Sulla stessa linea anche Alessandra Sorcinelli, altra ospite dei festini che aveva espresso l’intenzione di “dire la verità” su quelle feste. “Anche a me il giorno dopo è arrivata una telefonata, ma non ho risposto”. Guerra e Sorcinelli continuano a tenere la scena.
Sono due delle 29 persone sotto processo a Milano, insieme a Silvio Berlusconi, per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Il fondatore di Forza Italia è accusato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Luca Gaglio di aver pagato milioni di euro per convincere i testimoni ad addomesticare i loro racconti davanti ai magistrati, a proposito delle feste organizzate ad Arcore nella pazza estate del 2010, quando per i saloni di villa San Martino girava anche Ruby, ovvero Karima El Mahroug, allora minorenne. Berlusconi ammette i pagamenti: ma per pura e disinteressata generosità, per aiutare ragazze e amici che gli erano stati vicini.
Già condannato a 2 anni in primo grado per falsa testimonianza, in un parallelo processo a Siena, Daniele Mariani, il silenzioso pianista delle feste notturne ad Arcore. “Berlusconi ha chiamato anche me”, ha aggiunto Sorcinelli, “ma non ho voluto rispondere sapendo che era lui”. Poi ha aggiunto: “Mi difenderò perché sono innocente, non sono stata corrotta e non ho preso soldi. Sono solo una vittima di questo processo. Siamo due persone perbene, di buona famiglia, e invece ci siamo trovate sui giornali come due criminali, due poco di buono. Io sono qua come donna per riprendere la mia dignità che per dieci anni è stata calpestata, ho il diritto di difendermi e di chiarire situazioni in cui sono stata coinvolta da gente che aveva la responsabilità di quanto è accaduto. Onestamente, non posso risponderne io, io sono piccola così, rispetto a un uomo così potente: ho anche un po’ di paura”.
Berlusconi non era in aula, ma il suo avvocato, Federico Cecconi, non ha escluso la possibilità che – dopo tante assenze e tanti rinvii – si presenti a rendere l’esame da imputato nel processo milanese. “È una valutazione che dovremo svolgere più avanti, tenendo certamente conto delle sue condizioni di salute, ma è un’opzione certamente praticabile”.