“Piano B”: agiografia su Silvio, occasione mancata
Si poteva fare una mostra agiografica ma divertente, sul Silvio Berlusconi imprenditore, genio della tv privata d’importazione (da Dallas a Uccelli di rovo, da Drive in a Non è la Rai, dai Puffi a Bim bum bam) che ha segnato gli anni Ottanta di tutti gli italiani, quelli che lo hanno amato e quelli che lo hanno odiato. Invece “Piano B” è solo agiografica.
“Immersiva” soltanto perché chi la visita sta in piedi per più d’un’ora nel salone di un albergone milanese sulla strada per Musocco, circondato da disegni proiettati sulle quattro pareti attorno, con musica pimpante e voce che fa il riassuntino wikipedia della storia di Canale 5 e prima di Milano 2 e dopo della Standa alle cui commesse Silvio mandò mazzi di rose rosse e infine del Milan che vinse tutto quello che c’era da vincere.
“Volevamo raccontare la favola di Berlusconi come l’hanno vissuta gli italiani che negli anni Settanta e Ottanta sono rimasti affascinati dalle sue realizzazioni imprenditoriali”, cerca di spiegare Edoardo Scarpellini, giovane imprenditore che ha fondato MilanoCard (il gruppo che nel 2009 ha lanciato la prima tourist card per la città, che sul modello di esperienze simili in altre grandi città del mondo offre ai turisti trasporti, servizi e ingressi ai musei). “Niente politica, raccontiamo solo il Berlusconi imprenditore, dal 1956 al 1993”.
Inutile replicare che la politica c’era, eccome, già nella costruzione di Milano 2, con le rotte degli aerei di Linate fatte deviare da qualche santo in paradiso. Che c’era, eccome, anche nello sviluppo delle tv, con Bettino Craxi gran protettore dell’amico Silvio. Che i film comprati dall’America arrivavano a Canale 5 lasciando nei paradisi fiscali una scia di fondi neri che gli sono costati una condanna definitiva per frode fiscale. Che i fidi delle banche arrivavano grazie ai banchieri della P2. Che alcuni boss di mafia sostengono che tra chi investì nella tv di Silvio c’era anche Cosa nostra. Che i suoi più stretti collaboratori, Cesare Previti (nel cui studio nacque la Fininvest) e Marcello Dell’Utri (gran maestro di Publitalia), sono stati condannati per corruzione e mafia. Inutile.
Silvio è stato anche un uomo divertente e la sua tv è stata un crogiuolo di storie, avventure, innovazioni, piraterie, furbate, fascinazioni, magie, colpi di scena. Avremmo goduto nel vedere un’agiografia intelligente di una storia comunque scintillante. Invece ecco qua i disegnetti a colori con uno Sgarbi fumettizzato che diventa il massimo del controcanto a una narrazione senza slancio.
Di fronte al risultato finale, cadono anche le spiegazioni complottistiche: se la sarà pagata Silvio per celebrare le sue gesta; l’avranno progettata per tirargli la volata al Quirinale… Ma no: gli 80 mila euro del costo li ha messi tutti il povero Scarpellini, che pure in passato aveva realizzato mostre suggestive come quella di Bill Viola nella magica Cripta di San Sepolcro e aveva avuto belle idee come quella del Cinema Bianchini. E ora tenta meritoriamente di rilanciare le edicole con la catena Quotidiana. Comunque: per chi è curioso di vedere con i suoi occhi, la mostra “Piano B” è dal 17 settembre a Milano, all’Enterprise Hotel, corso Sempione 91.
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