SEGRETI

“Così ho scoperto la P2, club segreto del potere parallelo”

“Così ho scoperto la P2, club segreto del potere parallelo”

Giuliano Turone nel 1981, quarant’anni fa, era giudice istruttore a Milano e insieme al collega Gherardo Colombo stava lavorando a due inchieste. La prima riguardava lo strano (e falso) rapimento del banchiere Michele Sindona, scomparso dagli Stati Uniti, dov’era scappato per non rispondere del crac della sua banca italiana, e ospitato in Sicilia da una pittoresca e inquietante congrega di massoni e mafiosi.

La seconda riguardava l’uccisione di Giorgio Ambrosoli, il commissario liquidatore delle banche sindoniane, che non aveva voluto piegarsi né alle minacce di Sindona né alle pressioni di Andreotti. “Ritenemmo utile”, racconta Turone, “capire qualcosa di più su uno dei più misteriosi sponsor di Sindona: Licio Gelli, Maestro Venerabile del Grande Oriente d’Italia”.

Il 17 marzo, all’alba, la Guardia di finanza, mandata con grande discrezione dai giudici istruttori di Milano, bussò alla porta delle case e degli uffici di Gelli. “Nella cassaforte della Giole, la ditta d’abbigliamento di Castiglion Fibocchi, nei pressi di Arezzo, amministrata da Gelli, i finanzieri da noi mandati trovarono gli elenchi degli iscritti a una loggia massonica segreta, chiamata Propaganda 2”. Quando i nomi furono resi pubblici, fu uno choc per l’Italia. Si scoprì uno Stato parallelo. Cadde il governo.

Che cos’era la P2, e che cos’è? “È un sistema di potere occulto”, risponde Turone. “Questa è l’unica vera definizione che posso dare. Dire che è una loggia massonica deviata non è sbagliato, ma non spiega abbastanza. Le logge massoniche sono già di per sé associazioni particolarmente riservate, adatte dunque a funzionare come centrali di potere occulto. In sostanza, la P2 è un meccanismo sofisticato che consente a gruppi di potere di fare in modo che le decisioni più rilevanti di una comunità, o addirittura di un intero Paese, vengano gestite attraverso canali sotterranei e invisibili. In modo tale che il pubblico abbia la sensazione di essere governato in democrazia, mentre in realtà le vere decisioni vengono assunte in via sotterranea attraverso percorsi paralleli e incontrollabili. Questo è la P2: un meccanismo per esercitare il potere in maniera occulta, senza passare attraverso i canali di controllo istituzionali”.

Per capire la loggia di Gelli “è utile la metafora della doppia piramide”, spiega Turone. “L’ha usata, fin dal 1984, Tina Anselmi, la presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2. Il Sistema P2 è l’insieme di due piramidi collocate l’una rovesciata sull’altra, in modo da assumere la forma di una clessidra. Licio Gelli, custode e notaio di quel sistema, occupa il vertice della piramide sottostante. In questa si trovano tutti i segreti svelati dalla perquisizione di Castiglion Fibocchi: l’esercito degli affiliati, la documentazione degli affari inconfessabili, i segreti relativi ai meccanismi del potere occulto e le grandi operazioni da esso controllate.

“Questa prima piramide è sovrastata da una seconda piramide capovolta, che vede il suo vertice inferiore pure collocato sulla figura di Gelli. Egli è infatti il punto di collegamento tra le forze, i personaggi e i gruppi che, nella piramide superiore, stabiliscono e perseguono le finalità ultime e ne stabiliscono le strategie (in altri termini, le forze che gestiscono il golpe strisciante), e le forze che invece operano nella piramide inferiore, dove quelle finalità trovano e hanno trovato pratica attuazione. Nel 1984 la presidente Anselmi scriveva, nella sua relazione finale, che non era possibile sapere quali forze si agitassero nella piramide superiore rovesciata. Oggi, invece, sappiamo qualcosa di più, come cerco di spiegare nel mio libro Italia occulta” (la cui nuova edizione, pubblicata da Chiarelettere, sarà in libreria il 25 marzo).

Licio Gelli è stato centrale nella storia italiana dal dopoguerra fino agli anni Ottanta. Non un burattinaio in proprio, ma un volonteroso funzionario della guerra segreta che è stata combattuta (anche) in Italia in difesa dell’Occidente. Nemico dichiarato: il comunismo. Nemico combattuto: la democrazia, le regole, la legalità, la Costituzione repubblicana. Nella P2 c’erano i vertici dei servizi segreti e delle Forze armate, magistrati, politici, imprenditori, giornalisti. Uomini della P2 sono coinvolti nel tentato golpe Borghese dell’8 dicembre 1970 e in tutte le vicende di eversione e di stragi, da piazza Fontana alla stazione di Bologna.

Dopo il 1974, anno di svolta, la strategia della guerra segreta contro il comunismo cambia: basta con i progetti apertamente golpisti, sostituiti da un più flessibile programma di occupazione, attraverso uomini fidati, di tutti gli ambiti della società e di tutti i centri di potere. Esercito, servizi, partiti, imprese, banche, giornali… La massoneria fornisce le strutture e le coperture necessarie a organizzare questo club del doppio Stato, questo circolo dell’oltranzismo atlantico in cui poi, all’italiana, si sovrappongono anche (e per alcuni soprattutto) le protezioni, le carriere, gli affari.

E oggi? È rimasto qualcosa della P2? “Non è facile dire se oggi siano rimasti ancora operativi alcuni tentacoli di quel sistema di potere occulto, non foss’altro perché – se così fosse – sarebbero appunto tentacoli occulti. Ma che qualcosa di quel sistema sia sopravvissuto ce lo fa pensare l’andamento degli eventi che si sono succeduti dopo la scoperta degli elenchi e degli altri documenti scottanti di Castiglion Fibocchi. Il sequestro e la pubblicazione di quelle carte fu certo un duro colpo per il Sistema P2, che per circa un anno ne rimase, diciamo così, stordito, più o meno come un pugile messo ko da un uppercut dell’avversario.

“Ma allo stesso modo in cui il pugile suonato si rialza dal tappeto, così la P2 ha rialzato la testa dopo un anno, facendo cadere il governo Spadolini (con lo zampino di Bettino Craxi, che voleva rimettere il piduista Di Donna alla testa dell’Eni, cosa a cui Spadolini si opponeva). Da lì in avanti, abbiamo assistito a diversi altri recuperi da parte degli epigoni di quel sistema. E il fatto stesso di avere poi avuto per anni a Palazzo Chigi un presidente iscritto alla loggia, descritto dallo stesso Gelli come il personaggio più indicato per completare la realizzazione del cosiddetto Piano di rinascita democratica della P2, non si può pensare che non significhi nulla”.

È Silvio Berlusconi. In pista, con molti nuovi amici, ancora oggi.

Il Fatto quotidiano, 17 marzo 2021
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