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Sandra Bonsanti: “Chiudere MicroMega? È un delitto contro la libertà”

Sandra Bonsanti: “Chiudere MicroMega? È un delitto contro la libertà”

Sette righe comparse ieri pomeriggio sul sito di MicroMega confermano la notizia pubblicata in mattinata dal Fatto: “Ai tanti amici, e amici di MicroMega, e giornalisti che mi stanno chiamando in queste ore, posso assicurare che MicroMega continuerà a vivere, e che con i redattori e i collaboratori stiamo già studiando le modalità per non interrompere la continuità della testata, anche se il numero in uscita il prossimo giovedì 17 dicembre, un almanacco di filosofia dedicato alla biopolitica, sarà l’ultimo edito da Gedi”.

La firma è quella di Paolo Flores d’Arcais, fondatore e direttore della storica rivista di filosofia e politica “per una sinistra illuminista”. Gedi dunque la chiude, dopo quasi 35 anni di vita, senza neppure comunicare perché. Indignata e attonita Sandra Bonsanti, storica direttrice del Tirreno, quotidiano anch’esso “tagliato” dal gruppo Gedi-Agnelli-Repubblica: “Con la chiusura di MicroMega, c’è la perdita di un pezzo della nostra identità, dell’identità non voglio neanche dire della sinistra, ma della cultura e del giornalismo di denuncia e d’inchiesta”.

MicroMega è nata nel 1986 ed è stata per più di tre decenni un punto di riferimento della cultura e della riflessione politica progressista in Italia, animata da uno stuolo di collaboratori tra cui Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Stefano Rodotà, Franco Cordero, Giovanni Ferrara, Margherita Hack, Dario Fo, Franca Rame, don Andrea Gallo… E tanti altri: il meglio della cultura italiana.

La chiusura, comunicata dall’editore con una fredda nota di tre righe, è un’ulteriore prova del cambiamento di natura del gruppo editoriale Repubblica, passato nelle mani di John Elkann e della famiglia Agnelli.

“Non so se Flores riuscirà ad andare avanti”, continua Sandra Bonsanti, “ma la chiusura definitiva sarebbe un salto nella povertà culturale. Quale sia poi il gioco che si sta facendo, io non lo so. Io i giochi interni del gruppo Gedi non li posso conoscere, ma ci saranno sicuramente. A che cosa si punta, se non a distruggere un pezzo dell’editoria e del pensiero libero? Il risultato è questo: veniamo privati di un pezzo non solo della nostra cultura, ma della nostra civiltà. È una giornata triste, questa, proprio nella data nera in cui ricordiamo la strage di piazza Fontana”.

Conclude Bonsanti: “Non so come dirlo, ma ci vuole qualche parola grossa: lo ritengo un delitto di lesa libertà. Mi sento privata di un pezzo della nostra storia e penso che sia sicuramente una vera tragedia per la cultura e il giornalismo italiano. Un pezzetto alla volta, vedo scomparire tante voci libere. Mi trovo a pensare: meno male che c’è il Fatto; e perfino: meno male che c’è il Corriere della Sera… Io spero che tutto quello che ha rappresentato MicroMega possa in un modo o nell’altro a continuare a vivere”.

Il Fatto quotidiano, 13 dicembre 2020
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