Dopo una lunga attesa e molte incertezze, Giuseppe Sala ha annunciato la sua candidatura a sindaco di Milano per il secondo mandato. Lo ha fatto nel giorno di Sant’Ambrogio, patrono della città, e con l’ombrello mediatico della Prima della Scala e della consegna degli Ambrogini d’oro.
L’annuncio è arrivato con un video pubblicato su Instagram: “In questi difficili mesi ho avuto modo di riflettere su cosa vuol dire amministrare politicamente la comunità milanese. Una riflessione che si intrecciava con la consapevolezza di sapere e di dover prendere una decisione relativamente alla mia possibile ricandidatura. In più riprese ho sottolineato che volevo essere totalmente sicuro di avere in me le energie fisiche e mentali indispensabili per impegnarmi altri cinque anni. Ora sento che posso, anzi voglio, farlo. È per questo che ho deciso, alla fine di questa lunga riflessione, di ricandidarmi a sindaco di Milano”.
La decisione ha rallegrato il segretario del Pd Nicola Zingaretti e i sindaci dem di Bergamo, Giorgio Gori, e di Firenze, Dario Nardella, che con molti altri dem hanno plaudito alla scelta. Non ha dissipato i dubbi di chi aveva visto Sala alla ricerca per mesi di un nuovo ruolo nazionale, manageriale o politico, che non è infine arrivato. Non è però arrivato (almeno per ora) neppure un avversario del centrodestra che abbia speranze di insidiare la sua corsa alla riconferma. Così Sala sembra condannato a fare il bis, malgrado la stanchezza personale e politica che ha più volte lasciato trapelare.
Ieri l’annuncio, senza alcuna consultazione preventiva con i partiti: “Sono fiero di aver potuto guidare Milano in un periodo glorioso per i primi quattro anni e difficilissimo per l’ultimo”, ha detto Sala, rivendicando come successi quattro “fatti”: la “straordinaria crescita” vissuta da Milano, con la sua “attrattività nel mondo”; l’aumento del welfare e della solidarietà; la sua profonda trasformazione urbanistica; la conquista delle Olimpiadi del 2026.
Dimenticati altri “fatti”: l’aumento delle disuguaglianze in città, dove i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi; la crescita dell’inquinamento atmosferico; il fallimento della promessa fatta di migliorare le periferie; la crescita del consumo di suolo, con grandi progetti (Ex Expo, Scali ferroviari, San Siro, Piazza d’Armi…): faranno arrivare nei prossimi anni milioni di metri cubi di cemento e consistenti regali agli operatori (Fs, Coima, LendLease, Axa, Milan-Inter…) a cui il sindaco sta concedendo indici d’edificazione più alti di quelli stabiliti dal Piano di governo del territorio. Sono il vero lavoro che Sala sa di dover portare a conclusione.