In arrivo le consulenze mediche sulla “strage dei nonni”. Poi l’indagine sarà chiusa
Quando arrivò il vento cattivo, gli umori più neri soffiavano dal Pio Albergo Trivulzio, la Baggina dei milanesi. Il posto dove tenere al sicuro gli anziani dopo una vita di lavoro si era trasformato in luogo di contagio e di morte. Le bare accatastate nella cappella dei funerali, senza neppure la consolazione di un ultimo saluto dei parenti. Settanta anziani ospiti muoiono a marzo, trenta solo nella prima settimana d’aprile. La drammatica contabilità dei decessi allinea oltre 400 morti da gennaio 2020 alla primavera. Quanti falciati dal Covid-19? Contagiati anche molti dei 1.600 tra medici, infermieri e assistenti sociali che lavorano nelle tre residenze per anziani e nei due centri d’assistenza che fanno capo al Pat.
Il ministro della Salute Roberto Speranza manda gli ispettori a verificare che cosa è successo nel polo geriatrico più importante d’Italia. La Procura di Milano apre un’inchiesta per diffusione colposa d’epidemia e omicidio colposo. La prima di una lunga serie di indagini che riguardano una ventina di strutture, quasi tutte le residenze assistenziali per anziani di Milano e provincia.
Oggi i pm milanesi sono in attesa delle relazioni dei consulenti tecnico-scientifici che permetteranno di concludere le inchieste. La primavera scorsa avevano provveduto a fare le prime iscrizioni nel registro degli indagati per la “strage dei nonni”. Iscritto anche il direttore generale del Trivulzio, Giuseppe Calicchio: ipotesi di reato epidemia colposa e omicidio colposo plurimo.
“Dalle prime informazioni che abbiamo raccolto”, denuncia subito, a caldo, Alessandro Azzoni, portavoce del comitato Giustizia per le vittime del Trivulzio, “sono circa 200 gli anziani al Pat di Milano deceduti da inizio marzo, su 1.000 degenti: 1 ogni 5. E circa 200 sono quelli positivi al coronavirus. Bisogna intervenire immediatamente per salvare le vite dei nostri genitori e nonni. È in gioco la vita di persone fragili e indifese. E il tempo per salvare i nostri cari è ormai scaduto. C’è un silenzio assordante da parte delle istituzioni, a partire dalla Regione, responsabile della gestione sanitaria”.
Il pool di magistrati della Procura di Milano coordinato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano si mette al lavoro. Raccoglie carte e documenti dentro il Pat e nelle altre strutture per anziani. Raccoglie le delibere della Regione Lombardia dell’8 e del 23 marzo che si proponevano di “alleggerire” gli ospedali lombardi spostando alcuni pazienti Covid non più in fase acuta dentro alcune residenze per anziani. L’assessore regionale al Welfare e salute Giulio Gallera si difende: la Regione non ha mandato alcun paziente Covid al Trivulzio.
I pm milanesi raccolgono anche le testimonianze degli operatori: “Ci minacciavano se indossavamo le mascherine, perché non dovevamo spaventare i pazienti”, raccontano alcuni infermieri. E ancora: “Spostavano i pazienti da un reparto all’altro, senza aver fatto nemmeno i tamponi”, testimonia un’operatrice sociosanitaria “da 31 anni al Trivulzio”.
I tamponi e le mascherine Ffp2 per tutti arrivano solo dal 16 aprile. Secondo le testimonianze di alcuni dipendenti, già da gennaio furono ricoverati nel reparto di degenza geriatrica del Trivulzio pazienti con polmoniti. Potrebbe essere stato il primo avvio del contagio, non rilevato e poi dilagato dentro il Trivulzio, come in tante altre residenze per anziani.
Saranno le consulenze a permettere ai pm guidati da Tiziana Siciliano di tirare le conclusioni di una indagine che ha bisogno di ancorarsi su dati oggettivi e su parametri scientifici. La squadra di medici e tecnici incaricati dalla Procura di Milano sta lavorando, rallentata nelle ultime settimane dal ritorno dell’emergenza. Quando arriveranno i loro rapporti, incrociati con le testimonianze e i documenti raccolti, l’inchiesta sulla “strage dei nonni” potrà arrivare a conclusione.