E nella cabina di controllo dell’Astronave che non ha mai volato arrivò infine la Guardia di finanza. A chiedere i documenti sull’ospedale in Fiera – l’Astronave, secondo l’immaginifica definizione del suo ideatore, Guido Bertolaso – voluto dalla Regione Lombardia per fronteggiare l’emergenza Covid-19.
La Procura di Milano, pm Cristina Roveda e procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, hanno incaricato il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano di effettuare acquisizioni di carte presso il Fondo Fondazione Fiera Milano per la Lotta al Coronavirus di via Manin, dove ha sede la Fondazione di Comunità Milano. È l’ente che è stato incaricato dalla Fondazione Fiera Milano di raccogliere le donazioni per realizzare l’Astronave, pensata come un ospedale d’emergenza dove ricoverare i pazienti in terapia intensiva colpiti dal coronavirus.
La struttura, presentata dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e dall’assessore al Welfare Giulio Gallera come la risposta di punta per affrontare l’emergenza, è ora vuoto e inattivo, dopo aver ospitato nei mesi scorsi non più di una ventina di pazienti. La Procura di Milano a maggio ha aperto un’inchiesta, sollecitata da un esposto dell’Adl Cobas Lombardia, un sindacato di medici e operatori sanitari. Un’indagine conoscitiva, senza per ora indagati né ipotesi di reato.
Nell’esposto, presentato dall’avvocato Enzo Barbarisi, si ponevano dubbi sull’effettiva esistenza di un interesse pubblico nel realizzare l’operazione. Il procuratore aggiunto Romanelli aveva spiegato che l’inchiesta si era necessaria per rispondere alle domande allineate dall’esposto: sulle donazioni (21,6 milioni di euro da parte di oltre 5 mila privati e aziende) e sul loro utilizzo, che secondo l’esposto costituisce “uno spreco di risorse” in cui “ha prevalso la necessità propagandistica” rispetto “alla prioritaria tutela della salute”. L’ospedale installato nei padiglioni della Fiera di Milano al Portello era stato annunciato come una struttura da 600 posti di terapia intensiva, via via ridotti fino a 221. Dividendo i costi sostenuti per il numero di pazienti ospitati, l’esposto calcola che ciascuno è costato 840 mila euro.