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Stadio di San Siro. Signor sindaco, pensi al bene dei cittadini

Stadio di San Siro. Signor sindaco, pensi al bene dei cittadini

Il presidente del Milan (nonché imputato di corruzione internazionale) Paolo Scaroni ha detto che ha fretta: che il Milan ha bisogno urgente di un nuovo stadio e che si aspettava più entusiasmo dal sindaco Giuseppe Sala, sul progetto del nuovo San Siro presentato insieme all’Inter. Ma se Scaroni ha bisogno urgente di un nuovo stadio, perché non si compra un terreno e non se lo costruisce? Perché lo vuole edificare su terreni del Comune (cioè dei cittadini)? Perché vuole abbattere il Meazza e, con la scusa dello stadio, costruire quasi 300 mila metri quadrati di roba che con lo stadio non c’entra niente (180 mila metri quadrati di spazi commerciali, 66 mila di uffici, 15 mila di hotel, 13 mila per intrattenimento, 5 mila di spazio fitness, 4 mila di centro congressi)? E perché pretende oltretutto dal Comune la dichiarazione di “pubblica utilità”?


Sala fa finta di resistere, ma ha già promesso di dargli una risposta entro venerdì 8 novembre. Lui e la sua giunta decideranno a tempo di record le sorti di San Siro. Come Scaroni pretende. E decideranno in segreto, dopo un simulacro di dibattito pubblico in Consiglio comunale, fatto senza che i consiglieri potessero conoscere le carte depositate da Scaroni e soci a Palazzo Marino – 750 pagine, si narra – rimaste chissà perché segrete.

Intanto sui giornali (ma anche in Comune) il dibattito su San Siro prosegue in modo surreale. Secondo la regia della lobby del nuovo stadio, che indirizza la discussione su due false domande: volete che il Meazza sia abbattuto o tenuto in piedi accanto al nuovo impianto, per farci-non-si-sa-che-cosa? Preferite lo stadio “cattedrale” di Populous o il “doppio anello” di Manica? Sappiamo tutti che la questione è un’altra: vogliamo lasciar fare a Scaroni e compagni di merende, con la scusa dello stadio, una megaspeculazione immobiliare a San Siro da 300 mila metri quadrati su terreni dei cittadini, con spazi commerciali, uffici, hotel, impianti fitness, centro congressi, da lasciar gestire per 90 anni ai privati, che bontà loro poi daranno qualche briciola al Comune? Questa è la vera domanda di sostanza che sarebbe da sottoporre a referendum, altro che la finta alternativa, tutta estetica, tra la “cattedrale” e il “doppio anello”. Tanto varrebbe chiedere: volete essere derubati di spazi comuni da uno vestito di blu o da uno vestito di rosso?

Il diavolo (non so se rossonero o nerazzurro) si prende proprio gioco di noi. La giunta approva un Piano di governo del territorio (Pgt) che concede in città – la metropoli italiana con maggior consumo di suolo – un indice di edificazione di 0,35. Poi subito si contraddice, raddoppiandolo per Scaroni a San Siro (e per Fs e Manfredi Catella sugli scali ferroviari). Pgt ad personam. E concessione della “pubblica utilità”: che formula sublime, per un furto col botto.

Sala si prepara a concedere tutto, chiedendo gli applausi perché farà finta di fare la voce grossa e di ridurre il danno: concederà un po’ meno volumetrie a Scaroni (che, sapendo fare le trattative, ha chiesto 100 per ottenere 80), toglierà qualche piano ai grattacieli progettati, aggiungerà qualche giardinetto, si farà dare qualche soldo in più come canone. Intanto il sindaco regala borracce, inneggia a Greta, si dà un’aria verde e ambientalista. Narrazione che è il contrario della realtà: Milano non solo ha il record di consumo di suolo, ma anche l’aria più inquinata d’Italia. E i giornali applaudono. Si accettano scommesse: quando Sala nel 2021 perderà le elezioni, si chiederà perché e darà la colpa al cattivo Salvini.

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Il Fatto quotidiano, 7 novembre 2019
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