AFFARI

Guerra in famiglia per Aldo Patriciello, il Berlusconi del Sud

Guerra in famiglia per Aldo Patriciello, il Berlusconi del Sud

Confuso e felice, per le elezioni europee del 26 maggio 2019: Aldo Patriciello, ras della sanità in Molise e candidato di Forza Italia, domenica prossima rischia di raccogliere più voti di preferenza di Silvio Berlusconi: “E questo mi rallegra e mi allarma, mi fa sobbalzare e insieme acquietare”, aveva confessato ad aprile al Fatto Quotidiano. Patriciello è un Berlusconi in sedicesimo: come lui è uomo di affari e di politica, come lui è padrone di tv (TeleIsernia), come lui è campione di conflitti d’interesse, come lui vanta un interminabile elenco di procedimenti giudiziari, culminati in una condanna definitiva per finanziamento illecito ai partiti.

Il suo grande business è la sanità, giro d’affari di oltre 250 milioni per un impero di oltre venti cliniche private tra Molise, Puglia, Lazio e Campania, prima fra tutte la Neuromed di Pozzilli. La sua grande passione resta la politica, con partenza nella Dc e traslochi nel Partito popolare, poi nell’Udc, infine in Forza Italia. In attesa di sapere se vincerà la gara delle preferenze con Berlusconi, il suo problema è il fuoco amico. Il conflitto in famiglia. Due dei sei fratelli con cui divideva l’impero gli hanno dichiarato guerra. “Eravamo molto uniti”, racconta Gaetano Patriciello, il capo dei ribelli, “ma Aldo ci ha tradito: ha tradito i fratelli, ha deluso la nostra fiducia. Abbiamo ingoiato molto, per anni. Ora reagiamo”.

L’hanno denunciato per truffa aggravata davanti al tribunale di Isernia. “Ci aveva convocato il 29 giugno 2018 davanti al notaio Antonio Ventriglia di Venafro. Avevamo deciso insieme un accordo fatto di due atti: noi gli vendevamo a un prezzo di favore (900 mila euro) il 3 per cento di un paio di società che controllano Neuromed; lui in cambio s’impegnava contestualmente a vendere altre quote e a nominare un amministratore da noi indicato, in modo da riequilibrare un po’ il controllo societario. Abbiamo firmato il primo atto, la nostra vendita; poi con la scusa dell’indisposizione della figlia Elisa, legale rappresentante di una delle società coinvolte, se n’è andato senza firmare il secondo atto. Ci ha fregato. E se fa così con i fratelli, come tratterà gli elettori?”. Resta comunque un campione di preferenze.

Aldo ha cominciato nel 1983, diventando assessore al Lavori pubblici e vicesindaco di Venafro, il suo paese. Poi consigliere comunale. Poi consigliere e assessore e vicepresidente della giunta regionale. Nel 2006 deputato. Dal 2009 parlamentare europeo. Sempre mischiando affari e politica. Già nel 2002, quando era assessore alle Attività produttive in Molise, firma tre finanziamenti regionali (3,6 milioni) per il sostegno alle piccole e medie imprese che vanno a Sotea srl, Betoncave srl e McGroup spa. A richiederli era stata Mimosa Carano, legale rappresentante delle aziende, ma anche madre di Patriciello. Neuromed, del resto, da sempre è convenzionata con la Regione Molise, che le passa almeno 40 milioni l’anno.

Ma non bastano, perché Patriciello sostiene di aver fornito negli anni prestazioni fuori budget. E fa partire una trattativa che alla fine gli fa portare a casa 50 milioni: a pagare è la Regione presieduta da Paolo Frattura, Pd, eletto nel 2013 anche grazie ai voti della lista civica “Rialzati Molise” capitanata da Vincenzo Cotugno, che è cognato di Aldo avendone sposato la sorella Giuseppina. Destra e sinistra per Patriciello pari sono, purché ruotino attorno ai suoi affari. Ma non basta ancora. Neuromed progetta di ampliarsi e riceve un finanziamento di circa 20 milioni da Invitalia, l’agenzia del ministero dell’Economia. Chi fa i lavori, senza la gara europea che sarebbe d’obbligo? L’impresa Nidaco, controllata da Giuseppina Patriciello e da suo figlio Nicandro. Il marito di Giuseppina, Vincenzo Cotugno, è consigliere regionale, delegato alla Programmazione e poi presidente del Consiglio regionale del Molise, che nel frattempo delibera per Neuromed un ulteriore finanziamento a fondo perduto di 2,8 milioni.

Da quando si è trasferito al Parlamento europeo, Patriciello ha lasciato i suoi uomini e parenti a presidiare il territorio in cui prosperano le sue cliniche. Dopo aver sostenuto Frattura, centrosinistra, alle elezioni regionali del 2018 ha sponsorizzato alcune liste civiche di centrodestra che hanno contribuito a far vincere il presidente Donato Toma, che si è scelto come vicepresidente l’eterno Vincenzo Cotugno. Presidente del Consiglio regionale e vicepresidente della Giunta è stato anche un altro cognato di Aldo, Mario Pietracupa, ex amministratore delegato di Neuromed e attuale presidente della omonima Fondazione. Altro uomo di Patriciello è Domenico D’Agostino, che lo assiste al Parlamento europeo e contemporaneamente è il grande manovratore delle cooperative che forniscono servizi, mense e pulizie alle cliniche Neuromed.

Tra i nuovi amici, Aldo si è tenuto stretto Antonello Montante, ex presidente di Confindustria Sicilia e vicepresidente di Confindustria nazionale con delega alla legalità, ex eroe antimafia poi arrestato, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e condannato in primo grado a 14 anni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo a sistema informatico. Dei vecchi amici, invece, Aldo ha perso Giulio Andreotti, ma ha conservato Paolo Cirino Pomicino, che tanti anni fa gli porto a Venafro, a un incontro elettorale, nientemeno che Pippo Baudo, il quale garantì: “Patriciello è un grande lavoratore, un ottimo imprenditore e un politico di razza al quale auguro di raggiungere tutti i traguardi che merita”. Ne ha raggiunti tanti. Ora aspetta quello di battere Berlusconi.

Il Fatto quotidiano, 22 maggio 2019
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