Un referendum popolare per difendere la biblioteca della città. Si terrà a San Daniele del Friuli. In un clima di contrasti che i giornali locali chiamano, con toni forse un po’ enfatici, “la guerra della biblioteca”. Di che cosa parliamo? Della Guarneriana di San Daniele, una delle biblioteche più antiche d’Italia. Ha più di 12 mila testi antichi, 600 codici, 84 incunaboli, 700 cinquecentine e altre preziose rarità.
Fu fondata nel 1466 da Guarnerio d’Artegna e raccolse via via numerose opere miniate, una rara edizione dell’Inferno di Dante del XIV secolo, la “Bibbia Levantina” con miniature che incrociano elementi orientali e occidentali e numerose edizioni stampate del Cinquecento, dono dell’arcivescovo Giusto Fontanini alla sua città. Dopo che nel 1797 la Repubblica di Venezia cadde per opera di Napoleone, il commissario francese Gaspard Monge sottrasse alcuni dei suoi preziosi manoscritti, ancora oggi conservati a Parigi presso la Biblioteca Nazionale di Francia. La Guarneriana fu visitata da personaggi illustri come Ugo Foscolo, Ippolito Nievo, Giosuè Carducci.
Oggi il patrimonio storico convive con i libri moderni e a visitare la biblioteca sono, insieme, gli studiosi che lavorano su opere antiche e i ragazzi delle scuole che vogliono leggere l’ultimo buon romanzo. Ma tutto ciò sta per finire, perché il sindaco Pietro Valent (Lega) vuole “valorizzare” il patrimonio storico, dividendo antico e moderno, tagliando con la spada il nodo gordiano, trasferendo la sezione dei libri attuali in una sede in periferia ed esponendo invece alcuni codici in una “vetrina turistica” nel centro della città, nell’ex Albergo Italia. Contro la separazione del presente dalla storia si è costituito un comitato, che ha chiesto un referendum cittadino.
La divisione non si deve fare – spiega l’ex direttore della biblioteca Dino Barattin – per dieci buoni motivi. Eccone alcuni. La biblioteca Guarneriana è una sola e si è sviluppata nei secoli in maniera unitaria, fino a oggi. Il patrimonio della sezione moderna è dedicato alla pubblica lettura, ma serve anche da supporto allo studio dei documenti antichi. La vicinanza di antico e moderno permette la valorizzazione di entrambi. La sezione moderna è un elemento essenziale per far rimanere vivo il centro storico di San Daniele, che deve restare un luogo di erogazione di servizi e non procedere verso la sua ulteriore desertificazione.
L’utilizzo dell’ex Albergo Italia come “vetrina turistica” per l’esposizione di codici è un’assurdità per motivi di sicurezza (attualmente i manoscritti sono conservati in una sala blindata) e di conservazione (luce, sbalzi di calore e di umidità possono compromettere la loro conservazione). Inoltre, nessuna “vetrina turistica” può restituire il fascino di una visita guidata alla Sala Fontaniniana della Biblioteca.
Dino Barattin è preoccupato anche per il futuro dei libri antichi: a chi saranno affidati? In che mani finiranno, visto che esistono casi di biblioteche antiche, messe nelle grinfie sbagliate, che sono state letteralmente saccheggiate, come la Girolamini di Napoli? Anche sul prezzo c’è poi da ridire – canterebbe De André: il sindaco ipotizza di spendere 1 milione di euro per costruire una nuova sede, quando invece basterebbe sistemare la sede attuale, allargando gli spazi della sezione antica trasferendo altrove gli uffici della pro loco e acquisendo nuovi edifici contigui per la sezione moderna.
Insomma: le due anime della Guarneriana si rafforzano a vicenda, il passato arricchisce il presente e l’attualità rende viva la storia. E infine: per la prima volta nasce un comitato di cittadini che, invece di voler cacciare i rom, vogliono difendere la loro biblioteca. Buone notizie dal Nordest.